Il 29 giugno la Chiesa Cattolica celebra i Santi Pietro e Paolo, senza dubbio i più importanti tra gli Apostoli scelti come “colonne e fondamenta della fede”. Gesù ha voluto infatti edificare su Pietro la sua Chiesa scegliendolo come roccia che non può essere tolta, mentre su Paolo fu progettata “la Chiesa che è sempre in missione”, sempre in cammino verso il mondo. Pietro e Paolo sono considerati i patroni di Roma e la loro festa è una delle più antiche del calendario cristiano. Il nome originale di Pietro era Simone e nacque in Palestina nel villaggio di Bethsaida. Secondo alcune fonti era vedovo e aveva una figlia, Petronilla, in seguito canonizzata. Dopo aver ascoltato il Cristo tenere un discorso, Pietro fu colpito dalle sue parole e decise di seguirlo dopo che Gesù lo invitò esplicitamente a farsi pescatore di anime e gli impose il nome di Cefa, che significa pietra, latinizzato poi in Pietro. Durante i tre anni della predicazione egli si distinse sempre come l’apostolo più intraprendente e attivo, tanto che era pronto a combattere con la spada per difendere il suo “maestro” al momento dell’arresto. Proprio il Nazareno in una celebre frase gli disse che proprio su di lui avrebbe fondato la sua Chiesa, promettendogli le chiavi del Regno dei cieli. Alla morte di Gesù, come gli altri Apostoli, Pietro si dedicò a diffondere i suoi insegnamenti e per dodici anni portò in Palestina la “lieta novella” compiendo diversi miracoli. Guarì uno storpio, fece cadere morti Anania e Zaffira che avevano mentito e resuscitò Tabita. Ammettendo un centurione romano al battesimo fece comprendere che le parole di Cristo non erano destinate solamente agli israeliti ma anche ai pagani. Il suo predicare finì per causare però la sua carcerazione, ma venne miracolosamente liberato. Decise allora di lasciare la Palestina per diffondere la parola di Cristo anche alle altre genti. Dopo essere stato ad Antiochia arrivò in Italia nel 42 e si diresse a Roma, dove il cristianesimo era già giunto. Qui assunse il titolo di primo vescovo e di primo Papa, cioè di rappresentante terreno di Dio, ma spesso si mise in viaggio per portare la parola di Gesù anche altrove. Nel 64 Nerone scatenò la prima persecuzione contro i cristiani e Pietro venne arrestato e imprigionato nel carcere Mamertino.
Trovò poi la morte per crocifissione sul colle Vaticano e si narra che proprio lui chiese di essere giustiziato a testa ingiù perché non si riteneva degno di morire nello stesso modo del suo Maestro. L’anno della morte è incerto ma gli studiosi lo collocano nel 64 o nel 67. Il corpo di Pietro venne sepolto in una necropoli nelle vicinanze e fu venerato fin da subito. Presto sorse sulla sua tomba una cappella che la distingueva da tutte le altre e sopra di essa Costantino fece erigere una basilica. E’ il luogo in cui ancora oggi sorge la basilica di San Pietro e ciò pare accertato da scoperte archeologiche avvenute negli anni Sessanta quando, scavando all’interno delle grotte vaticane, vennero rinvenuti i resti di un’edicola affrescata di rosso che portava un graffito che diceva “Petros eni”, “Pietro è qui”. In seguito, analizzato il materiale ritrovato all’interno, si poté stabilire che i resti umani risalivano al I secolo e che erano appartenuti a un uomo di circa 60/70 anni, dati assolutamente compatibili con quanto trasmesso da tradizioni orali e scritte. Pietro, nonostante fosse di umili origini e non vantasse un’educazione scolastica, fu autore di alcune lettere destinate alle comunità cristiane, documenti che ora fanno parte del corpus dei testi sacri della Chiesa cattolica.