“Quello che è successo la notte scorsa in Val di Susa non è una manifestazione di dissenso. E’ violenza. Violenza allo stato puro che non ha nulla a che fare con i problemi della costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione”. Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ha espresso la propria indignazione per la notte di guerriglia scatenata dai gruppi No Tav in Val di Susa, affermando invece la massima solidarietà nei confronti delle Forze dell’ordine impegnate nella zona. Assicurando che lo Stato non si farà intimidire da questo uso premeditato della violenza, il ministro Cancellieri ha ribadito che “il nostro dovere è garantire le manifestazioni pacifiche, ma garantire anche la costruzione dell’opera decisa, democraticamente, dallo Stato italiano. Lo faremo con il massimo della fermezza e con la professionalità che le Forze dell’ordine, anche la notte scorsa, hanno saputo mettere in campo. Dovere di tutti, anche di coloro che si battono contro la Tav con le armi della democrazia, è condannare senza tentennamenti e isolare i gruppi violenti che pensano di usare la Val di Susa per i loro obiettivi di guerriglia”. Il ministro Cancellieri ha poi ringraziato e rivolto gli auguri di pronta guarigione agli agenti rimasti feriti nel corso degli scontri: “Un grazie speciale e l’augurio di guarire presto all’ottimo Giuseppe Petronzi, il dirigente della Digos che ha guidato le operazioni ed è stato colpito da una bomba carta lanciata dai manifestanti”, ha concluso. La notte di guerriglia è stata commentata duramente anche dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani, secondo cui “non si può più lasciare sotto silenzio sul piano politico, non solo su quello dell’ordine pubblico, ciò che accade in Val di Susa. E’ ormai evidente che vi è un uso organizzato della violenza”, ha detto. “Sono atti che, prendendo lo spunto dalla ferrovia, in realtà hanno a che fare piuttosto con il tema della democrazia. L’Italia sta vivendo momenti difficili. La crisi sta provocando una profonda sofferenza sociale. 



Bisogna evitare che frange violente strumentalizzino questa situazione per imporre la logica dello scontro fisico, della violenza. E’ tempo che la politica, oltre che le forze dell’ordine, alle quali va la nostra solidarietà, affronti e denunci con consapevolezza questo problema, suscitando una presa di coscienza collettiva e una vigorosa reazione”.

 

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