I funerali di Loris D’Ambrosio, questo pomeriggio nella chiesa di Santa Susanna a Roma. Come aveva fatto sapere, il capo dello Stato è tornato appositamente da Londra dove si trovava per l’inaugurazione dei giochi olimpici, per partecipare alle esequie del suo collaboratore personale, stroncato da un infarto che ha sollevato dure polemiche. Loris D’Ambrosio infatti era il consigliere giuridico del Quirinale e si era trovato al centro dell’inchiesta sulla presunta trattativa Stato-mafia dopo che alcune telefonate con l’ex ministro Mancino erano state intercettate dalla procura di Palermo che indaga sul caso. Nelle telefonate in questione, diffuse poi anche su alcuni organi di informazione, Nicola Mancino avrebbe chiesto un trattamento di riguardo da parte del capo dello Stato per via del suo coinvolgimento nelle indagini. Per molti, l’infarto che ha colpito provocandone la morte il consigliere giuridico è stato causato proprio dallo stress e dai sospetti gettati sul suo operato. Lo stesso Giorgio Napolitano ha avuto espressioni molto dure al proposito. Ai funerali era presente anche la sorella del magistrato Falcone, Maria, che ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni al proposito, dicendo che non è sua intenzione fare polemiche, e che i magistrati, riferendosi alla procura di Palermo evidentemente, è giusto che facciano le indagini. Allo stesso tempo però, ha aggiunto, ci vuole anche un rispetto costante delle persone che vengono occasionalmente investite da tali indagini”. E qui il riferimento era per lo scomparso D’Ambrosio. Al funerale numerosi i rappresentanti delle istituzioni, tra cui i ministri dell’Interno e della Giustizia, Anna Maria Cancellieri e Paola Severino e il sottosegretario Gianni De Gennaro. Presenti anche Michele Vietti, vicepresidente del Csm accompagnato da Edmondo Bruti Liberati, il direttore nazionale Antimafia Piero Grasso, Luca Palamara presidente dell’Associazione nazionale magistrati. Tra i politici presenti il presidente del Copasir, Massimo D’Alema, il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, Beppe Pisanu e Piero Fassino. 

Il ministro della giustizia ha voluto anche lei commentare, dicendo che D’Ambrosio era persona che aveva sofferto molto: “Non riusciva a capacitarsi come potesse essere accusato, con tanta veemenza, di aver voluto interferire su indagini in tema di mafia, proprio la materia che aveva costituito il centro di un suo impegno così intenso”.