Ritrovamento epocale o bufala? Pare che siano state scoperte, nel Fondo Peterzano, all’interno del Castello Sforzesco, un centinaio di opere inedite di Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio. Si tratta di una serie di disegni e dipinti risalenti ad un periodo compreso tra il 1584 e il 1588, epoca in cui, adolescente, era allievo di Simone Peterzano, pittore manierista. Oltre a trattarsi di una svolta storica, si tratterebbe del ritrovamento di un vero e proprio tesoro, quantificato in 700 milioni di euro. Le raffigurazioni delle opere, venute alla luce grazie al lavoro di un gruppo di addetti ai lavori guidati da Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli, saranno pubblicate in due e-book di 600 pagine su Amazon dal titolo: “Giovane Caravaggio. Le cento opere ritrovate”. Secondo Cristiana Terzaghi, tra le più profonde conoscitrici dell’artista, qualcosa non torna. Le abbiamo chiesto cosa.



Anzitutto, in cosa consiste il Fondo?

Il cosiddetto Fondo Peterzano, conservato nel Gabinetto di Disegni e Stampe del Castello Sforzesco di Milano, è composto da circa 1300 disegni molto probabilmente provenienti da una chiesa milanese, dove si trovavano nei primi decenni del ‘900; è ancora poco chiaro, tuttavia, per quali mani passarono nel corso dei secoli.



 A chi sono state attribuite queste opere?

A svariati pittori, tra cui Giovanni Battista detto lo Zoppo da Lugano, artista operante ben dopo la morte di Caravaggio. Il nucleo principale, tuttavia, a Simone Peterzano. Tra l’altro già nel 2002 Giulio Bora, professore di Storia dell’Arte presso la Statale di Milano, pubblicò un articolo in cui non escludeva che alcune di queste opere potessero essere attribuite a Caravaggio stesso. Ipotesi affascinante e sensata, che, tuttavia, allora come ora, poneva e pone non pochi problemi.

 Quali?

Tanto per cominciare, per ora non esistono opere realizzate in Lombardia attribuibili con certezza a Caravaggio. Non abbiamo modo, quindi, di fare paragoni. Fino a quando, inoltre, i disegni non saranno visionabili dal vero e non solo mediante fotografie (e mi risulta che, di norma, le opere del Fondo Peterzano non lo siano) sarà molto difficile dare un giudizio certo circa la loro originalità.



 Cosa pensa, invece, dei criteri con i quali si è stabilità la loro paternità?

A quanto ho appreso dalla stampa, per effettuare l’attribuzione ci si è basati sul confronto tra questi disegni (più alcuni dipinti che sarebbero stati ritrovati tra il bergamasco e il bresciano) e alcune operedi Caravaggio, eseguite in svariati momenti del suo percorso. Non dimentichiamo che nella sua carriera artistica Caravaggio ha avuto un’evoluzione stilistica straordinaria. Accostare questi disegni alle opere giovanili come a quelle della maturità rappresenta un’operazione piuttosto anomala.

 E’ la prima volta che si parla del ritrovamento di opere inedite dell’artista?

 Ultimamente emergono suoi presunti originali inediti in continuazione.

 Come se lo spiega?

 Anzitutto, è oggettivamente uno dei più grandi artisti della storia e dunque suscita un enorme interesse e una costante attrattiva testimoniata tra l’altro non solo da addetti ai lavori. La contemporaneità e la bellezza delle sue opere sono tali che anche chi è a digiuno di arte, di fronte ai suoi quadri, non può fare a meno di commuoversi. In secondo luogo non possiamo nascondere il fatto che attorno ai quadri del Maestro ruotano oggi degli interessi economici enormi.

 Qui si parla di 700 milioni.

 Sì, così ho letto, ma le stime in un caso simile non possono essere che approssimative.

 

(Paolo Nessi)