Caserma Diaz undici anni dopo. La quinta sezione penale della Cassazione ha confermato tutte le condanne per falso nei confronti dei vertici della polizia coinvolti nell’attacco e nei conseguenti pestaggi alla caserma Diaz durante il G8 di Genova. Coinvolti e condannati anche numerosi agenti autori di pestaggi nei confronti dei manifestanti. Ecco le penne confermate: 4 anni per Giovanni Luperi e Francesco Gratteri, quella a 5 anni per Vincenzo Canterini, quindi le pene, pari a 3 anni e 8 mesi, inflitte a Gilberto Caldarozzi, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e Massimiliano Di Bernardini. I reati di lesione di cui erano accusati invece altri nove agenti sono stati prescritti. Hanno commentato la sentenza sia il ministro degli interni Cancellieri che il capo della polizia Manganelli. La prima ha fatto sapere che la sentenza va rispettata come ogni decisione della magistratura. Per il secondo la poliziaaccoglie la sentenza della magistratura con il massimo dovuto rispetto e ribadisce l’impegno a proseguire nel costante miglioramento del percorso formativo relativo al complesso campo dell’ordine e della sicurezza pubblica”. Le pene non saranno comunque detentive per via della prescrizione e dell’indulto: i funzionari però saranno obbligati da subito a lasciare il loro posto di lavoro. Per tutti infatti è stata disposta la pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Hanno commentato la sentenza anche i leader del movimento no global, ad esempio Vittorio Agnoletto del Genoa Social Forum che ha detto aver vinto lo Stato di diritto “contro il tentativo di piegare la legge alle convenienze politiche. Oggi tutte le persone condannate devono andare via immediatamente dalla polizia”. Quindi ha rivolto un appello al Capo dello Stato chiedendo che si chieda scusa a tutte le vittime della Diaz e di Bolzaneto a nome del popolo italiano. E’ intervenuta anche Amnesty International che definisce la sentenza importante inquinato riconosce seppur in ritardo la colpa di agenti e funzionari di polizia.
Le pene tuttavia secondo Amnesty non riflettono la gravità dei crimini accertati e che in buona parte non verranno eseguite a causa della prescrizione. Naturalmente tutte le vittime della caserma Diaz possono adesso chiedere ufficialmente il risarcimento dei danni subiti.