Il 6 luglio la Chiesa Cattolica celebra Santa Maria Goretti, la giovane morta per difendere la sua virtù. Maria Goretti era nata a Corinaldo, in provincia di Ancona, il 16 ottobre 1890 da Luigi e Assunta Carlini, due poveri braccianti agricoli che dopo di lei ebbero altri quattro figli. La famiglia si allargava e le condizioni economiche diventavano sempre più precarie perciò i Goretti, nel 1897, decisero di trasferirsi dove sarebbe stato più facile sfamare tutte quelle bocche; non scelsero di lasciare l’Italia ma si diressero invece verso l’Agro Pontino dove vi era carenza di manodopera perché la malaria infestava quelle campagne che sarebbero poi state bonificate durante il ventennio. Si stabilirono presso la tenuta del senatore Scelsi a Paliano, dove ottennero un contratto di mezzadria assieme ai Serenelli, padre e figlio marchigiani a cui si legarono con uno stretto legame di amicizia. Quando i rapporti con il proprietario si guastarono entrambe le famiglie trovarono una sistemazione, sempre come mezzadri, in un’altro podere, quello del conte Lorenzo Mazzoleni a Ferriere di Conca, proprio all’interno delle malsane Paludi Pontine. Allora non vi erano cure per la malaria e il chinino veniva utilizzato solo una volta contratta la malattia, dimostrandosi così poco efficace, inoltre il duro lavoro nei campi non aiutava certo a mantenersi in salute. Entrambi i genitori di Maria trascorrevano le loro giornate a dissodare terreni, mentre la bambina rimaneva a casa a prendersi cura dei fratellini, ma la sera del 6 maggio del 1900 Luigi non tornò a casa dai campi: venne ritrovato morto, stroncato dalla malaria, nei pressi della palude. La madre Assunta venne invitata dal conte a lasciare la tenuta, ma la donna che non sapeva dove altro andare con i suoi cinque figli chiese di poter rimanere. Mazzoleni le permise di restare a patto che si associasse agli altri mezzadri, i Serenelli, che abitavano nella stessa cascina. Iniziò così una vera collaborazione tra le due famiglie: mentre i due uomini andavano nei campi, Maria e la madre si dedicavano ai lavori sull’aia, a tenere in ordine le due case e alla vendita di uova e di colombi. La bambina aveva dovuto lasciare la scuola per aiutare la famiglia e nei dintorni tutti la definivano “un angelo di figliola” per il suo impegno ma anche per la sua grande religiosità, tanto che riuscì a ricevere la prima comunione prima del compimento dei dodici anni, età canonica all’epoca per ricevere il sacramento e pur di poter assistere alla messa la ragazzina affrontava molti chilometri di strada a piedi per raggiungere Campomorto.
Intanto però i rapporti tra Assunta Goretti e il Serenelli padre si guastavano ogni giorno di più: l’uomo, vedovo da alcuni anni, richiedeva alla donna non solo un rapporto di collaborazione ma anche delle prestazioni sessuali e, al suo rifiuto, iniziò ad angariare i Goretti contando persino le uova nel pollaio e centellinando ogni centesimo. Il figlio Serenelli, Alessandro, aveva compiuto 18 anni e vedeva Maria, il cui corpo stava bocciando, come una preda appetibile e non più come una sorella minore. Più di una volta aveva cercato un po’ di intimità con lei, ma la ragazzina l’aveva sempre respinto e lui l’aveva minacciata di morte se avesse rivelato delle sue avances alla madre. Il 5 luglio tutti erano al lavoro sull’aia, tranne Maria che era sulla porta di casa intenta a cucire: Alessandro con un pretesto si diresse verso di lei e la trascinò in cucina con la forza; la ragazzina, che aveva intuito i suoi propositi, iniziò a supplicarlo ma lui la colpì al ventre molte volte con un punteruolo finché non si rese conto di averla ferita mortalmente. Subito soccorsa da chi aveva sentito le sue urla, Maria venne ricoverata a Nettuno ma morì il giorno seguente, il 6 luglio 1902, perdonando il suo assassino a cui poi apparve in sogno, secondo quanto raccontò il Serenelli. Pio XII la canonizzò nel 1950 e il suo corpo fu posto all’interno del Santuario della Madonna delle Grazie a Nettuno, mentre a Corinaldo, il paese natale, sorse una chiesa a lei dedicata in cui si svolgono solenni celebrazioni in suo ricordo.