La vita quotidiana. Nelle sue minuzie, nella sua vertigine, nella sua ripetitività. Svegliarsi nutrirsi, incontrarsi, amarsi, osservare, condividere, lavorare, camminare. chiunque di noi può aggiungere o sostituire i verbi che costituiscono l’intreccio delle ore del giorno, di tutti i giorni. In cosa è interessante la vita di ogni giorno? Ce lo racconta il grande poetico affresco inaugura oggi alle 19 (sala Neri) la serie dei documentari “Storie dal Mondo”. Per un giorno, uno stesso giorno di luglio, migliaia di abitanti della Terra hanno raccontato il loro quotidiano. Lo aveva immaginato il grande reporter polacco Ryszard Kapuscinski, viaggiatore instancabile, il videoracconto di una giornata nella vita del mondo. E ora è stato realizzato. Da mille latitudini e lingue e colori, uomini e donne, giovani e anziani, poveri e ricchi, hanno racchiuso nelle telecamerine e a volte nei cellulari quel segreto che porta ogni giorno ciascuno ad aprire gli occhi e aprendo gli occhi andare incontro alla realtà. La realtà che sono gli altri, il lavoro, la città, il cibo, i sogni, i desideri, il mare, il cielo. Life in a day è l’impossibile quasi riuscito tentativo di fotografare la smisurata bellezza della vita. All’appello dei produttori, tra i quali il geniale Ridley Scott, hanno risposto in migliaia e dopo un gigantesco lavoro di selezione e montaggio è nata una affascinante elegia che allude all’infinito che è tra noi, in ogni nostra giornata.



Nel secondo e terzo appuntamento della serie (lunedì 20 e martedì 21, sempre alle ore 19) andiamo in Medio Oriente. Monica Maggioni, inviata del Tg1, porta al Meeting il suo Out of Tehran, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Quattro esuli dalla terra degli ayatollah raccontano di esistenze in fuga, di torture e di inenarrabili paure, di ricordi e di struggenti nostalgie. Il secondo reportage è il diario di un ritorno. Un anno fa Gian Micalessin aveva raccolto le voci dei giovani protagonisti delle rivolte arabe. Era il tempo dell’entusiasmo, del progetto, del sorriso. E ora che tempo è? Cosa è accaduto a quei giovani egiziani, libici, tunisini? Le rivoluzioni sono finite e sono iniziati nuovi processi, nuove fasi. Il mondo nuovo è come se lo aspettavano?



Eggsploitation (mercoledì ore 21.45), realizzato da Jennifer Lahl, che sarà presente, indaga su un fenomeno poco conosciuto eppure dilagante. E’ una delle ultime trovate americane in fatto di mercato: la vendita di ovuli destinati a consentire la procreazione di coppie sterili. Occorrono le donatrici, naturalmente, da reclutare tra giovani studentesse universitarie in buona salute fisica (in qualche caso la rischiano) e in cattive condizioni economiche. Ma non c’è alcuna “donazione”: gli ovuli si comprano a caro prezzo, anche cinquantamila dollari, e attorno al bisogno malsano di un figlio a qualunque costo si è sviluppato un fiorente commercio governato da agenzie specializzate e cliniche compiacenti. E’ tutto legale (negli Usa), ma la legalità non coincide con la giustizia. Questo ormai lo abbiamo imparato.



Gli altri due documentari propongono al pubblico del Meeting storie forse più note ma viste con un occhio del tutto originale e inedito, quello della telecamera: Mario Melazzini, il celebre medico affetto da una grave malattia, sarà presente a Rimini nella doppia veste di relatore ad un incontro e di protagonista del lavoro di Emmanuel Exitu, già vincitore di premi e incoronato da un passaparola che ha portato migliaia di persone ad acquistarlo in libreria nella versione dvd. Un inno alla vita, che merita sempre il nostro sacrificio (martedì ore 21,45). E infine, giovedi alle 21.45, l’accurata ricostruzione di un mistero internazionale che ha avuto pesantissime ripercussioni per l’amatissima Sindone. Ricorderete che l’esame del Carbonio 14 escluse che il lenzuolo appartenesse al tempo di Gesù. Ma appena resi noti i risultati scoppiarono le polemiche: l’esame venne messo in discussione.

Troppe stranezze e procedure equivoche, scienziati di parte, laboratori non trasparenti, giri di denaro e di documenti forse contraffatti. Una straordinaria concatenazione di superficialità, ingenuità e ambizioni malriposte o un abile strategia “uccidere” la Sindone?

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