Il consiglio dei ministri ha emanato un decreto con il quale dà il via libera a 336 milioni di euro che saranno utilizzati per bonificare il sito dell’Ilva di Taranto. Il testo del provvedimento consentirà di velocizzare le procedure necessarie per rendere operative le misure individuate nel protocollo d’intesa dell’impianto. E’ stato il ministro dell’Ambiente Clini a darne notizia. Nel testo della nota emessa da Palazzo Chigi si legge che in seguito ad una relazione del ministro Clini il governo ha deciso di procedere quanto più speditamente possibile anche attraverso la semplificazione dei vari passaggi previsti dal protocollo. «Durante il Consiglio si è ricordato che il Cipe oggi ha deliberato, tra gli interventi di manutenzione straordinaria del territorio, misure per il risanamento ambientale e la riqualificazione di Taranto, in particolare del quartiere di Tamburi», afferma il governo. Clini ha fatto sapere che spera che il tavolo tecnico sia in grado, nell’arco di una settimana, di ridurre le emissioni e che si trovi il modo di far rispettare all’Ilva, che resta una grande azienda, i vincoli. Contestualmente, il ministro della Salute, Renato Balduzzi,ha fatto sapere che il sito di Taranto è stato incluso nel «Progetto”’Sentieri” (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), finanziato dal ministero della Salute e condotto sotto il coordinamento dell’Istituto superiore di sanità, Dipartimento ambiente e prevenzione primaria». Nel frattempo, il Tribunale del Riesame di Taranto ha deciso di respingere l’eccezione che la Procura aveva sollevato in udienza. In essa si chiedeva ai giudici di pronunciarsi solamente sui ricorsi che riguardano l’arresto di 8 persone che fanno o facevano parte del gruppo dell’azienda. I destinatari della provvedimento cautelare sono accusati a vario titolo di disastro ambientale colposo e doloso, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari,  danneggiamento aggravato di beni pubblici e getto e sversamento di sostanze pericolose e inquinamento atmosferico.  



Al Codacons, invece, non è stata concessa la facoltà di partecipare al procedimento del Tribunale del Riesame di Taranto. A riferirlo è stato Bruno Leuzzi, avvocato dell’associazione di consumatori, conversando nel Palazzo di Giustizia di Taranto. 

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