Il Quirinale ha rilasciato una nota ufficiale in seguito alla pubblicazione sul settimanale Panorama del presunto contenuto delle telefonate intercorse tra il Capo dello Stato e l’ex ministro Mancino. Contenuto che è una semplice interpretazione, non i testi ufficiali delle telefonate, perché neppure sbobinate dalla Procura di Palermo che effettuò quelle intercettazioni. Ma al Quirinale basta e avanza per diramare una nota molto dura in cui dice a chiare lettere che il presidente della Repubblica non è ricattabile. E’ questa la domanda che Panorama invece poneva sula sua copertina, alla luce di frasi pubblicate dallo stesso giornale in cui, nel corso delle telefonate, Napolitano avrebbe secondo quanto scrive Panorama attaccato personaggi come Berlusconi e Di Pietro e anche la procura di Palermo. Il Quirinale risponde esplicitamente: “La pretesa, da qualsiasi parte provenga, di poter ricattare il Capo dello Stato è risibile” aggiungendo che “A chiunque abbia a cuore la difesa del corretto svolgimento della vita democratica spetta respingere ogni torbida manovra destabilizzante”. Inoltre, Napolitano “non ha nulla da nascondere e terrà fede ai suoi doveri costituzionali”. E’ in corso “una campagna di insinuazioni e di sospetti” e alle “tante manipolazioni si aggiungono i falsi”. Il comunicato fa esplicito riferimento pur non nominandolo al giornale Panorama, che avrebbe tentato di “spacciare come veritiere “presunte ricostruzioni delle conversazioni intercettate tra il Capo dello Stato e il senatore Mancino”. Si tratta invece, continua il comunicato, di autentici falsi. A proposito delle intercettazioni stesse, si legge ancora, il Quirinale ha chiesto alla Corte costituzionale di dare un giudizio in merito a possibili intercettazioni, dirette o indirette, delle sue conversazioni e ne attende “serenamente il giudizio”. Facendo ancora riferimento all’articolo di Panorama, la nota afferma che quanto sta avvenendo conferma la giustezza di tale richiesta: “A chiunque abbia a cuore la difesa del corretto svolgimento della vita democratica spetta respingere ogni torbida manovra destabilizzante”. In questo quadro i commenti di alcuni esponenti politici. Se per Casini siamo davanti a una cosa primitiva, non degna di una società liberale, per Antonio Di Pietro chiede una legge che regoli la pubblicazione delle intercettazioni. A proposito del fatto che Napolitano avrebbe “mandato a quel paese” Di Pietro, il leader dell’Idv dice che non sarebbe un problema: ci bevo su, ha detto. 



Per Frattini del Pdl, invece, “si vuole colpire la funzione e la persona del presidente Napolitano per destabilizzarne il ruolo sinora esercitato, e che nei prossimi mesi dovrà ancora esercitare, per la gestione della difficile crisi italiana”.

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