Sul settimanale Panorama in edicola la ricostruzione delle telefonate intercettate dalla Procura di Palermo tra il capo dello Stato e l’ex ministro Nicola Mancino. Intercettazioni telefoniche che aprirono una polemica severa tra il Quirinale e i giudici che indagano sul caso delle presunte trattative Stato-mafia. Attenzione: il settimanale non pubblica il testo ufficiale raccolto dalle intercettazioni, ma solo una ricostruzione fatta sulla base di quel testo. Questo evidentemente per evitare di essere passibili di denuncia visto che si tratta di un testo che per ovvi motivi non può essere reso pubblico. Il Quirinale infatti alla base della sua protesta contro tali intercettazioni ha posto la violazione della privacy del Presidente della Repubblica. Secondo quanto pubblica il giornale nel corso dei colloqui telefonici sarebbero state rivolte parole anche pesanti nei confronti dell’ex capo del governo Silvio Berlusconi, di Antonio Di Pietro e della procura di Palermo, in particolare del giudice Ingroia. Nello specifico, di Berlusconi si critica il suo operato che avrebbe offuscato l’immagine internazionale dell’Italia mentre di Di Pietro si lamenta il carattere giustizialista che ha impedito in Italia la nascita di una sinistra garantista. Secondo quanto viene comunicato dalla Procura, tali telefonate non sarebbero però mai neanche state sbobinate e sarebbero custodite nella cassaforte della Procura palermitana. Secondo il direttore di Panorama, quelle pubblicate sarebbero solo interpretazioni di quanto i due politici si sarebbero detti al telefono e sono state fornite perché il clima di allusioni alimentato dai pm ha creato danno a Napolitano. Basta ipocrisie, scrive il direttore. Secondo indiscrezioni non ufficiali, però, il Capo dello Stato non avrebbe gradito quanto scritto da Panorama, mentre il Procuratore capo Francesco Messineo dice che non risulta nulla di quanto pubblicato: “Non mi risulta che ci siano conversazioni aventi questo contenuto”. Per Ingroia, “Se il settimanale avesse davvero avuto accesso a quelle intercettazioni sarebbe un grave illecito e, qualora corrispondesse davvero al tenore dei colloqui, il ricatto al Capo dello Stato lo farebbe Panorama con quella copertina”.



Secondo il giudice quelle telefonate non sono mai uscite dagli uffici della Procura, ma conoscendone il contenuto gli indagati, allora forse bisognerebbe chiedere e indagare loro. Da paerte sua Antonio Di Pietro ipotizza che napolitano possa essersi fatto “scapapre qualche parolaccia” nei confronti dei giudici di Palermo.

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