Il caso del ricorso del Quirinale nei confronti dei giudici di Palermo: mancano pochi giorni alla decisione della Corte costituzionale in merito. Secondo indiscrezioni riportate dall’agenzia Ansa, ma anche secondo tutti o quasi gli esperti di diritto costituzionale, la Corte sarebbe orientata ad ammettere il ricorso presentato dall’avvocatura dello Stato, a dare cioè ragione al Capo dello Stato. Ammettere cioè che è esistito un conflitto tra poteri dello Stato nel caso delle intercettazioni telefoniche operate ai danni dello stesso capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Non è,l a decisione della Corte, una condanna alcuna, ma solo il primo passo necessario per arrivare poi al processo vero e proprio sul caso. Come si sa, alcune telefonate di Napolitano con l’ex ministro Nicola Mancino vennero intercettate da parte della Procura di Palermo che sta indagando sulla presunta trattativa tra Stato e mafia. Una intercettazione che il Quirinale ha detto non essere lecita. Perché si dicono tutti sicuri che la Corte deciderà per l’ammissibilità del ricorso? Perché proprio dal punto di vista costituzionale non c’è dubbio che il Presidente rappresenta un potere dello Stato così come lo rappresenta il pubblico ministero. Ecco dunque l’esistenza del conflitto invocato dal Quirinale. Sempre dal punto di vista costituzionale poi, si tocca l’articolo 90, e leggi correlate, che garantiscono le prerogative del Capo dello Stato. Immunità cioè molto ampia e procedure specifiche per arrivare a operare intercettazioni telefoniche nei suoi confronti. Oggi intanto il comitato parlamentare per i procedimenti penali (che non si riuniva dal 1992) ha archiviato come infondata la denuncia fatta dall’avvocato Taormina sempre nei confronti di Giorgio Napoletano, in cui lo si accusava di attentato alla Costituzione perché aveva interferito con l’operato dei magistrati palermitani. Il comitato si era riunito per l’ultima volta proprio nel 1992 perché casi del genere sono praticamente inesistenti. E’ un fatto estremamente raro nella storia italiana che tale comitato si riunisca, l’ultima volta il motivo riguardava l’allora presidente Cossiga.
La decisione della Corte costituzionale sul caso Quirinale-giudici di Palermo è attesa forse già entro la fine settimana. Dopo, probabilmente a dicembre, il processo vero e proprio sul caso.