Divampa in molti Paesi arabi la violenza fondamentalista, scatenata dal film considerato blasfemo che aveva come soggetto il profeta Maometto. Dopo il primo attacco al consolato di Bengasi in cui è rimasto ucciso l’ambasciatore americano con tre suoi funzionari, oggi gli attacchi alle sedi diplomatiche occidentali si stanno scatenando, dall’Egitto al Sudan, dallo Yemen fino anche al Libano dove è arrivato oggi Papa Benedetto XVI. Ci sono stati anche dei morti tra i manifestanti, uno in Libano e tre nel Sudan, Paese questo dove la situazione è la più drammatica. I manifestanti infatti sono riusciti a entrare in alcuni edifici dell’ambasciata tedesca dandoli alle fiamme. Preoccupante anche la situazione a Tunisi dove il personale dell’ambasciata americana è stato evacuato con difficoltà. Gravissima la situazione anche al Cairo dove da ieri i manifestanti cercano di attaccare l’ambasciata americana: le forze dell’ordine sono impegnate anche con gli autoblindo nel tentativo di fermare gli attacchi. Questo il quadro: Ilsussidiario.net ha chiesto a Giuseppe Esposito, Vicepresidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), se anche le nostre sedi diplomatiche siano nel mirino dei fondamentalisti e quale sia il grado di allarme in Italia per eventuali obbiettivi sensibili. “Naturalmente è stato alzato il livello di attenzione” ha detto “a prescindere dalle minacce dirette o indirette. In un momento in cui si stanno accendendo gli animi di pericolosi manifestanti è chiaro che anche noi siamo tra gli obbiettivi come lo sono tutti Paesi occidentali, né più né meno”. Particolare occhio viene dato agli italiani residenti in Nigeria, Paese caldissimo dal punto di vista del fondamentalismo islamico: uno speciale comunicato è stato infatti diramato dalla nostra ambasciata invitando a “esercitare la massima cautela nei prossimi giorni”. Secondo Esposito “non ci sono al momento minacce particolari che riguardano le nostre sedi diplomatiche tanto che il warning iniziale, l’allarme della prima ora, era stata abbastanza preciso avvertendo che il pericolo riguardava solo le sedi diplomatiche egiziane e solo per le ambasciate americane e inglesi. Quelle italiane” ha aggiunto Esposito “vanno comunque considerate nel quadro generale di tutte quelle occidentali. Ma non è giunta una notazione specifica per quanto riguarda le nostre sedi diplomatiche”.
Esposito spiega che l’allerta ai massimi livelli verrà comunque lasciato tale “fino a quando anche questa protesta, che al momento non è chiaro se sia di origine salafita o semplicemente islamica fondamentalista, non si placherà. Gli allarmi rimangono attivi e tutti i livelli di protezione rimangono alzati così come lo sono adesso in queste ore drammatiche”.