Il Capo dello Stato ha rilasciato un giudizio, non nuovo in verità, rispetto alla situazione carceraria italiana. E’ da tempo infatti che Giorgio Napolitano fa notare la situazione che oggi ha definito “non civile”. Lo aveva fatto in passato e lo ha ripetuto oggi incontrando al Quirinale una delegazione di firmatari di un appello atto proprio a sollevare il problema della realtà carceraria italiana. Si tratta di giuristi e accademici a cui fa capo il professore Andrea Pugiotto. All’incontro di stamane al Quirinale erano presenti anche il Sottosegretario di Stato alla Giustizia, Sabato Malinconico, e il Capo del Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Tamburino. Nel corso dell’incontro Giorgio Napolitano ha dunque dichiarato pubblicamente che la condizione carceraria italiana, in cui uno dei problemi maggiori è il numero eccessivo di detenuti rispetto agli spazi a disposizione, non è condizione civile. In questo senso è possibile il ricorso a misure di clemenza, cioè alla possibilità individuando i casi sostenibili, di procedere con la scarcerazione di detenuti. Nel corso del suo discorso Napolitano ha dichiarato che questa realtà non fa onore all’Italia, anzi  “ne ferisce la credibilità internazionale e il rapporto con le istituzioni europee”. Napolitano ha dunque invitato e sollecitato chi di dovere affinché si dia vita a “proposte volte a incidere anche e soprattutto sulle cause strutturali della degenerazione dello stato delle carceri in Italia trovino sollecita approvazione in parlamento”. Ha ricordato che ci sono proposte già in avanzato stato di esame sul tema dell’introduzione di pene alternative alla prigione. Ha quindi ricordato che anche in questo tempo di legislatura vicina al termine debbano restare all’attenzione del Parlamento  le questioni di un possibile ricorso a misure di clemenza. Così come, ha aggiunto,  “la necessaria riflessione sull’attuale formulazione dell’art. 79 della Costituzione che a ciò oppone così rilevanti ostacoli”. Nelle parole di Napolitano dunque uno stimolo evidente a procedere con categorie che lui stesso aveva in passato sollecitato, cadute nel nulla: amnistia e indulto.



Tema molto delicato quello delle carceri, realtà tra le meno considerate in Italia e dove negli ultimi anni si è ssistito a un aumento esponenziale dei detenuti anche per via dle sistema della carcerazione preventiva.

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