Si chiama “Campagna internazionale in favore del diritto delle donne a un aborto sicuro e depenalizzato”, ed è stata lanciata attraverso il sito dell’iniziativa www.september28.org. Appunto per il 28 settembre ha organizzato una giornata mondiale cui hanno partecipato i movimenti abortisti di tutto il pianeta. La “Campagna Voglio Vivere” ha risposto con una mobilitazione dei suoi aderenti, invitandoli a denunciare l’offensiva delle lobby abortiste attraverso una e-mail ai principali quotidiani italiani. Ilsussidiario.net ha intervistato il cardinale Elio Sgreccia, esperto di bioetica di fama mondiale e presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita.
Cardinal Sgreccia, che cosa ne pensa della campagna di sensibilizzazione a favore dell’aborto?
La scienza stessa ha dimostrato che il valore del bambino prima della nascita, sul piano morale e reale, è lo stesso di una persona viva. La gravità della soppressione di un essere umano ancor prima del nascere è duplice: non solo è uguale a quella dell’omicidio, ma è anche più vile perché è fatta su un innocente, una persona che non si può difendere, il più debole dei deboli. C’è quindi un aggravamento dal punto di vista dell’entità morale del delitto.
La posizione della Chiesa nasce da motivazioni razionali o teologiche?
La posizione della Chiesa è stata supportata della scienza biologica e medica, da ragioni di ordine filosofico-razionale e dal diritto. La Bibbia del resto lega il feto all’opera di Dio, e quindi considera l’aborto in modo ancora più grave in quanto è un’offesa fatta a Dio. Sono considerazioni che possiamo depositare solo alle coscienze, e non possiamo imporre a nessuno, ma cerchiamo di potenziare attraverso la formazione di giovani e coppie sposate. Anche sul fronte del diritto ritengo che possano essere compiuti grandi passi avanti. Io stesso sono coinvolto nella pubblicazione di un’enciclopedia, intitolata “Bioetica e scienza giuridica”, per dare il giusto spessore anche nelle leggi alla vita umana fin dal concepimento.
Quale deve essere il ruolo della Chiesa nell’illuminare la politica sul tema della difesa del concepito?
La Chiesa non ha poteri politici né tantomeno coattivi. Fa appello alle coscienze, mobilita le persone, chiama a raccolta i professionisti della medicina, i genitori e i giuristi. Il Santo Padre Benedetto XVI di recente ha rivolto un appello a tutti i politici europei di ispirazione cristiana, riuniti a Roma, sulla presa di responsabilità perché anche nella legge sia praticabile per tutti la difesa della vita, e sia considerata uno dei diritti irrinunciabili. Occorre quindi che nelle normative non si affermi il diritto all’uccisione, bensì quello alla difesa di ogni vita concepita, prima e dopo la nascita e fino alla morte naturale.
A proposito, in Olanda nel 2011 c’è stato un picco dei casi di eutanasia aumentati di 559 unità rispetto al 2010. L’eutanasia, a differenza dell’aborto, riguarda persone consapevoli e consenzienti …
Non sempre, a volte la si esercita su chi ha perso la coscienza. Ma comunque è sempre la vita indebolita e meno apprezzata, in quanto grava economicamente sulla famiglia e sulla società. Per quanto riguarda l’Olanda, il cardinale e arcivescovo di Utrecht, Wim Eijk, ha pubblicato un documento in cui passa in rassegna quanto è avvenuto dall’approvazione della legge sull’eutanasia a oggi, mostrando come l’incremento dei casi è stato sempre costante. I confini della vita non devono essere infranti perché una volta oltrepassati non si riesce più a mettere un limite. E’ l’effetto del piano inclinato.
Può fare un esempio delle conseguenze di questo “piano inclinato”?
Inizialmente la legge olandese quantomeno su alcuni aspetti era molto rigorosa. Questa pratica era limitata ai casi in cui c’era il consenso dei medici, per gravissime sofferenze da parte del paziente. Poi progressivamente è stata estesa anche a chi non poteva esprimersi, ai più giovani e infine perfino ai bambini, che la legge dovrebbe proteggere anche nei confronti dei loro genitori. C’è stato un aggravarsi, uno slabbramento della legge che è andato nella direzione di una disistima sempre maggiore della vita. E’ come quando in una diga si produce una fessura che con il tempo e con la pressione si allarga. E’ la dimostrazione di quanto affermava Tommaso d’Aquino, secondo cui il bene deve rimanere intero, perché quando non lo è va perduto non solo in parte, ma completamente.
(Pietro Vernizzi)