Il 3 settembre la Chiesa Cattolica ricorda l’importante figura di Papa Gregorio I detto Magno, celebrato come dottore della Chiesa. Nacque a Roma nel 540 da una famiglia aristocratica dalla quale provenivano già due papi, Felice III e Papa Agapito. I genitori e tutta la sua famiglia erano di forti sentimenti cristiani e crebbero il giovane Gregorio nella fede e nel culto. Alla morte del padre Gordiano, Gregorio fu eletto a succedergli, molto giovane, nella carica di prefetto di Roma. Anche se la carriera amministrativa era a lui destinata per nascita e rango sociale, Gregorio aspirava alla solitudine e alla meditazione. Ritiratosi presto dalla vita pubblica fece costruire sui suoi possedimenti del Celio il monastero di Sant’Andrea e lì decise di farsi monaco per seguire la sua vocazione. Purtroppo il suo ritiro monacale non poté durare a lungo: papa Pelagio II, conoscendolo e avendo di lui una altissima stima, lo inviò presso la corte di Costantinopoli come apocrisario, una specie di nunzio apostolico, per guadagnarsi i favori dell’imperatore Maurizio I nel tentativo di condurre in porto una trattativa con la parte bizantina dell’impero romano. Gregorio fu così capace nella sua mansione che si guadagnò la stima e il rispetto dell’imperatore Maurizio I e restò a Costantinopoli per sei lunghi anni. Trascorsi questi anni, molto importanti e formativi, che permisero a Gregorio di ottenere una profonda conoscenza del mondo bizantino, fu richiamato a Roma dal papa che lo nominò suo segretario. Gregorio tentò di tornare al suo monastero e cercò di riprendere la sua vita monacale, ma anche questa volta il suo ritiro durò ben poco. Quando papa Pelagio II morì a causa di un’epidemia di peste, Gregorio, nonostante egli non volesse ricoprire la carica, fu eletto papa a sua volta. Era il 3 settembre 590. Appena eletto il nuovo papa dovette fronteggiare proprio l’epidemia di peste. Egli organizzò processioni e preghiere per scongiurarla, durante una di queste si racconta che sulla mole Adriana, la tomba dell’imperatore Adriano, apparve l’Arcangelo Michele nell’atto di rimettere nel fodero la sua spada, come a voler dire che la peste sarebbe cessata. Da allora la mole Adriana si chiamò Castel Sant’Angelo e sulla sua sommità venne posta una statua dell’Arcangelo a ricordo della sua apparizione. 



Fu un papa molto attivo e combattivo, conoscitore degli strumenti della diplomazia che usò sia per pacificare l’impero sia per convertire numerose popolazioni. Durante il suo pontificato ottenne la conversione della Britannia, un sogno a lungo coltivato. Del suo duro lavoro come papa è giunta fino a noi un’ampia documentazione: sono infatti conservate circa ottocento lettere che testimoniano la sua corrispondenza con numerosi prelati che si trovavano in ogni luogo del mondo e che gli sottoponevano quesiti e questioni da risolvere, sia nell’ambito della semplice amministrazione, sia sotto il profilo della fede e delle questioni cultuali. La situazione più complicata che dovette affrontare furono i rapporti con i Longobardi che minacciavano l’Impero romano da molto tempo. Le truppe di soldati che erano state poste a difesa della città erano demotivate e mal pagate e i Longobardi facevano continue scorrerie devastando territori sempre più vicini a Roma. Papa Gregorio comprese che l’unica possibilità era una trattativa di pace con il re dei Longobardi, Agilulfo, ma la trattativa irritò molte personalità governative, tanto che indipendentemente dalla negozizione avviata da Gregorio, si intraprese una campagna militare contro i Longobardi che rischiò di compromettere ogni cosa. La campagna fu un fallimento e il re longobardo stipulò una pace con Gregorio che durò per alcuni anni. Come papa non fu solo un pacificatore e un abile negoziatore in politica estera, ma seppe anche riorganizzare a fondo la liturgia componendo egli stesso dei testi che ancora oggi sono utilizzati. Ricordiamo in particolare il canto che dal suo nome si chiama gregoriano che fu adottato dalla Chiesa e che secondo la leggenda sarebbe stato composto in lingua latina dallo stesso papa Gregorio. Fu un lavoratore instancabile e indefesso nonostante la sua salute non fosse mai stata molto buona e la sua costituzione fisica mingherlina non lo aiutasse. Morì il 12 marzo 604. Papa Gregorio Magno è santo patrono di numerose diocesi, in particolare quella di Aversa, di Tivoli e di Manduria.

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