Sono ancora in corso le ricerche dei 79 migranti dispersi a seguito del naufragio avvenuto nella giornata di ieri al largo di Lampedusa. Dopo aver ricevuto una telefonata di un immigrato che segnalava di trovarsi a bordo di un barcone in avaria, diverse unità della Guardia costiera e della Guardia di finanza hanno tratto in salvo 56 persone e rinvenuto il cadavere di un uomo. Secondo le testimonianze raccolte, sembra che a bordo dell’imbarcazione viaggiassero complessivamente 136 migranti, tra i quali dieci donne e sei bambini. All’appello mancherebbero dunque 79 persone che risultano ufficialmente disperse, anche se con il passare del tempo si affievoliscono le speranze di trovare dei sopravvissuti. Intanto la Procura di Agrigento ha deciso di aprire un’inchiesta sul naufragio, i cui dettagli sono ancora da chiarire. A riferirlo è il procuratore capo Renato Di Natale: “Ancora è troppo presto per conoscere i dettagli della vicenda – ha spiegato – certamente apriremo un fascicolo processuale, anche se ancora non sappiamo se contro ignoti. Stiamo aspettando gli atti relativi al fascicolo e poi decideremo, intanto si tratta di atti relativi a un naufragio”. Al momento non vi è alcuna traccia del barcone sul quale viaggiavano i migranti: potrebbe essere affondato, ma gli inquirenti non escludono che gli scafisti possano averli accompagnati fino all’isola di Lampione per poi fare perdere le proprie tracce. IlSussidiario.net commenta quanto accaduto con Aldo Bonomi, sociologo e presidente del Consorzio Aaster (Associazione agenti sviluppo territorio), il quale critica la politica del governo Monti sull’immigrazione.
Come mai?
E’ indubbio che attualmente, tra ciò che considera urgenze e priorità, il governo Monti non è interessato alla questione sociale, in cui pongo anche il tema dell’immigrazione. I toni del ministro Riccardi appaiono ben diversi e molto più umani di quelli utilizzati in passato, ma tra le parole e una politica efficace vi è un divario enorme. Quello dell’immigrazione è anche un tema politico, quindi mi auguro che nelle varie campagne elettorali che a breve verranno organizzate vi sia spazio per un tema delicato e importante come questo.
Come giudica quanto accaduto ieri al largo di Lampedusa e solo un paio di giorni fa davanti alle coste della Turchia?
Quello che dovrebbe far maggiormente riflettere è il periodo in cui tali eventi avvengono. Osservando i giornali di oggi vediamo numerosi articoli colmi di giustificata retorica riguardo lo spread, le Borse e il dibattito finanziario in Europa. Credo che entrambe le tragedie avvenute nel giro di poche ore dovrebbero riportarci alla realtà non dei flussi finanziari, ma di quelli umani.
Si spieghi meglio.
L’economia europea e mondiale, la crisi del debito sovrano e le dinamiche finanziarie rappresentano aspetti e tematiche certamente importanti che rimandano a una gracile costruzione dell’Europa. Ciò che però avviene ai nostri confini, soprattutto mediterranei, dimostra come non mai la debolezza del sistema Europa. E’ quindi evidente l’urgenza di una visione altra del mondo, dell’economia e della società che verrà, tanto quanto lo spread.
Crede che a Lampedusa stia per esplodere una nuova emergenza umanitaria?
Questa non è più un’emergenza, ma una costante. Ogni volta tentiamo di giustificarla parlando dei vari conflitti in Libia, in Siria o attraverso altri eventi che sembrano non riguardarci. Non è così, e la situazione non potrà cambiare finché non avremo una visione diversa di tali eventi e un modello di sviluppo che possa rapportarsi con quanto accade.
(Claudio Perlini)