Proseguono le indagini sulla strage avvenuta nei pressi del lago di Annecy, dove 4 persone sono state massacrate con dei colpi d’arma da fuoco. Tre componenti di una famiglia di cinque persone, sono state uccise mentre stavano trascorrendo le vacanze in un campeggio di Saint-Jorioz, in Alta Savoia: il padre, la madre e la nonna. Con loro, ha perso la vita anche un ciclista che stava passando al momento della strage e, probabilmente, è stato freddato perché non potesse fare da testimone. Le due bambine, invece, sono sopravissute. La bimba più grande, Zaina, 7 anni, è rimasta gravemente ferita, ma non è in pericolo di vita. Il pensiero, adesso, va a Zehab di 4 anni. Solo dopo 8 ore, dopo che i corpi sono stati rimossi dall’automobile in cui si trovavano, gli agenti si sono accorti della piccola, che era rimasta nascosta fino ad allora sotto i corpi della madre e della nonna. Quanto inciderà sulla sua giovane mente il tragico episodio? Lo psichiatra Alessandro Meluzzi, raggiunto da ilSussidiario.net, afferma:  «E’ difficile, effettivamente, immaginare qualcosa di più terrificante. Tuttavia, non si pensi che la vicenda sia necessariamente destinata a provocare dei traumi irreparabili nella psiche di questa bambina. Bisogna sempre considerare che la struttura psichica dei bambini, come più in generale quella di tutti gli esseri umani, possiede delle caratteristiche che non siamo sufficientemente capaci di evidenziare. Il che ci porta ad avere una visione del trauma determinista e meccanicistica tale per cui ad una causa deve necessariamente corrispondere un effetto». Ma secondo Meluzzi, i ragionamenti che facciamo per il corpo non valgono per la psiche. «Per intenderci: sappiamo che mangiare dello zucchero aumenta la glicemia; correre aumenta il battito cardiaco. Ora, benché la struttura del funzionamento della mente abbia, effettivamente, alcuni aspetti meccanici, la sua caratteristica fondamentale consiste nella libertà delle coscienza». La mente, quindi, non è mai completamente prevedibile. «Ha degli straordinaria caratteri di resilienza, ovvero la capacità di poter recuperare sempre e comunque di fronte a qualsiasi evento. Con aspetti, a volte, imprevedibili. Se non fosse così, tutti coloro che sono passati attraverso una guerra, dovrebbero rimanere danneggiati per sempre psicologicamente. Per qualcuno, accade così. Ma la maggioranza degli esseri umani, la dimensione del trauma e dello stress può essere rielaborata».



Tornando alla bambina: «ha già dimostrato di avere una certa resilienza; e di saper affrontare le disavventure con spirito: non è un caso che abbia detto che non era in grado di distinguere tra buoni e cattivi; ora, tutto dipende da quello che accadrà. Dovrà essere accompagnata, affettivamente rassicurata, ed entrare in una dinamica di rapporti che possano supplire a quello con i genitori».

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