Raffaele Abete, pregiudicato di 42 anni, è stato ucciso in un agguato avvenuto questa notte a Scampia. Abete era noto soprattutto per essere il fratello del boss attualmente detenuto in carcere Arcangelo, esponente di una delle famiglie malavitose del cartello scissionista, uscite vincenti dalla faida consumatasi nel 2005. Un nuovo scontro potrebbe essere dunque cominciato tra i vari clan per contendersi gli introiti milionari della droga, che ad agosto ha già portato all’uccisione di Gaetano Marino, freddato sulle spiagge di Terracina. Secondo la ricostruzione della squadra mobile che sta conducendo le indagini, Raffaele Abete era appena uscito dal bar “Zeus”, in via Roma verso Scampia, intorno alle 2.45 del mattino, quando è stato raggiunto dai sicari, almeno due. Tre colpi lo hanno raggiunto alla nuca, uccidendolo all’istante. I soccorsi intervenuti poco dopo non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. La salma di Abete è stata successivamente trasferita al Policlinico per l’esecuzione dell’autopsia, come disposto dal pm. La vittima aitava in via Ghisleri, nell’ormai noto lotto T/A, una delle piazze di spaccio più frequentate, e aveva piccoli precedenti per rapina, lesioni e associazione a delinquere, risalenti al 1986. Il gruppo camorristico degli Abete è alleato ai Notturno-Abbinante e fa parte del cartello “scissionista” di Scampia, adesso in rivalità con il clan di via Vanella Grassi in quella che già viene definita la nuova faida di Scampia. L’agguato di questa notte potrebbe infatti rappresentare proprio la risposta del gruppo della Vanella Grassi. E’ stato invece ucciso verso la fine di agosto davanti allo stabilimento balneare Sirenella di Terracina, dove stava trascorrendo le vacanze con la famiglia e un gruppo di amici, Gaetano Marino, 48 anni, che tra il 2004 e il 2005 fu uno dei fondatori del clan degli scissionisti di Scampia. Mentre si trovava sul lungomare di Terracina, Marino è stato raggiunto dai killer e colpito da svariati proiettili sparati da una pistola semiautomatica. Pochi giorni dopo, a seguito della morte di Marino, si è consegnato alla polizia per evitare di fare la stessa fine Gianluca Giugliano, detto “O’ Piccione”.
Il 31enne, considerato l’armiere degli scissionisti, ha fatto sapere che a “Moncherino” (questo il soprannome di Gaetano Marino) era stata tolta la piazza di spaccio, affidata a un’altra persona, e che per questo sarebbe stato ucciso dalla Vanella Grassi.