Oggi, 18 gennaio, la Chiesa Cattolica ricorda la Beata Maria Teresa Fasce, che dedicò la propria vita a Dio e a opere caritatevoli. Maria Teresa nacque nel 1881 nel piccolo paesino di Torriglia, nella provincia di Genova, da una famiglia borghese abbastanza agiata e numerosa. Sia il padre che la madre di Maria Teresa erano molto religiosi e questo le permise di crescere in un ambiente molto predisposto verso il cattolicesimo e che si sviluppasse in lei la vocazione alla consacrazione. La religiosità della sua famiglia era tanto intensa che oltre a Maria Teresa anche altri due figli avvertirono il desiderio di consacrarsi.



Tuttavia, nonostante l’intensa fede religiosa, la famiglia si oppose fermamente ai propositi dei tre figli. Un’opposizione piuttosto netta che fece cedere i due fratelli che ritornarono sui propri passi. Maria Teresa fu irremovibile, convinta della propria vocazione e soprattutto desiderosa di poter dare il proprio aiuto a quanti non erano stati così fortunati come lei e riuscì a vincere il volere dei genitori. Le frizioni familiari però non si esaurirono. Maria Teresa desiderava ardentemente entrare non soltanto in convento, ma di farlo in uno ben preciso. In particolare, Maria Teresa, nutriva una certa ammirazione per una Santa agostiniana all’epoca poco conosciuta, soprattutto al di fuori della regione nella quale visse nel Quattrocento: Santa Rita da Cascia, che aveva vissuto la propria santa vita interamente entro le mura del convento agostiniano presente proprio nel piccolissimo centro umbro.



Il convento, infatti, si trovava in una zona piuttosto sconosciuta e non godeva della fama di cui gode oggi. La famiglia fece muro, opponendosi nettamente alla volontà di Maria Teresa di andare nel convento di Cascia, adducendo a giustificazione il desiderio di vederla quanto meno nel Convento di Savona, senza dubbio più vicino a casa e meglio attrezzato. Anche questa volta Maria Teresa forte della sua incrollabile fede, di una forte devozione a Santa Rita e di un carattere molto deciso, riuscì a convincere la famiglia.

Purtroppo le difficoltà non finirono qua. Infatti, il convento di Cascia inizialmente rifiutò di consentirle di entrare, perché si avevano delle perplessità sulle capacità di Maria Teresa di adattarsi a una vita fatta di preghiera, contemplazione e sacrifici, e quindi ben lontana da quella di lusso e agiatezza fino a quel momento condotta. Finalmente nel 1906, all’età di 25 anni, riuscì a coronare il suo sogno di entrare nel convento. Sogno che in realtà si trasformò presto in un vero e proprio incubo: Maria Teresa si trovò di fronte a una realtà ben diversa da quella che aveva immaginato e in particolare riteneva che la vita condotta all’interno del monastero non fosse sufficientemente consacrata a Dio e alle opere di carità. Per questo decise di tornare per circa un anno a Torriglia, nella casa dei propri genitori.



Fu un momento di grande delusione, prontamente sopraffatto dalla voglia di tornare a Cascia e cambiare ogni cosa. Infatti, nel 1910 Maria Teresa ritorna nel convento e incomincia una battaglia interna vinta anche grazie alla sua nomina a Badessa nel 1920. Ruolo che porterà avanti fino al giorno della propria morte, il 18 gennaio 1947. Durante tutti questi anni sono tantissime le opere caritatevoli portate avanti dalla Beata. Nel 1923 fondò un periodico a sfondo religioso, realizzò il progetto “Alveare Santa Rita”, dedicato alla cura di piccoli orfanelli, organizzò pellegrinaggi in quelle terre per far conoscere le straordinarie virtù di Santa Rita. Si deve a Maria Teresa la costruzione del Santuario che fu consacrato circa quattro mesi dalla sua morte. Morte che sopraggiunse per via delle tante malattie di cui fu affetta: asma, diabete e un tumore al seno. Maria Teresa Fasce fu proclamata Beata, il 27 ottobre 1997 da Giovanni Paolo II.