Mario Monti si dice contrario ai matrimoni gay e alle adozioni per le coppie omosessuali. Il premier uscente, intervenuto nel corso della trasmissione Lo Spoglio su Sky Tg24, ha spiegato che, a suo giudizio, la famiglia “è formata da un uomo e da una donna, ed è giusto che i figli crescano con un padre e una madre”. Il Parlamento, però, “può trovare altre forme convincenti per regolare le altre forme di convivenza. Nel nostro schieramento ci sono posizione pluraliste, come negli altri partiti e come nella società”. Parlando poi della crisi economica, i cui effetti si stanno lentamente attenuando, Monti ha sottolineato la gravità dell’emergenza sociale, “grande come quella finanziaria”, che “richiede più tempo, spalle larghe e lo sforzo coordinato di diverse forze politiche”. Ilsussidiario.net ha commentato le recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio con Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni familiari.



Come giudica la ripresa del dibattito sul tema della famiglia da parte di Monti?

Bisogna fare molta attenzione al contenuto della parola “famiglia”. Il rischio del dibattito sviluppatosi in questi ultimi mesi, infatti, è che la famiglia rappresenti solo un contenitore vuoto che ognuno può riempire come meglio crede. Nel nostro Paese è la Costituzione a riconoscere la famiglia come società naturale e fondata sul matrimonio, qualità che dovranno necessariamente essere centrali per le scelte politiche del prossimo governo.



Come dovrebbe essere il rapporto tra Stato e famiglia?

La famiglia non è un ambito esclusivamente privato, ma un vero e proprio bene pubblico, una risorsa che ha responsabilità sociali. Per questo, come Forum delle Associazioni familiari, parliamo di “cittadinanza della famiglia”, con cui intendiamo un rapporto tra Stato e famiglia come uno scambio di diritti e doveri.

Quali crede siano al momento le maggiori priorità su cui intervenire?

La prima è senza dubbio il tema dell’equità fiscale che per noi ha un significato ben preciso: il consenso generalizzato sull’assoluta necessità di alleggerire la pressione fiscale potrà essere equo solo se assumerà i carichi familiari come fattore discriminante. Chiediamo quindi che sull’alleggerimento fiscale vengano pensate azioni prioritarie che vadano prima di tutto incontro ai grandi bisogni e alla grande crisi di impoverimento delle famiglie con figli.



Cosa può dirci a riguardo?

L’Italia è uno dei Paesi con il più alto tasso di povertà minorile, cioè di bambini che vivono in famiglie sotto la soglia di povertà, soprattutto quelle numerose. La nascita del terzo figlio, infatti, spesso è un predittore di impoverimento, quindi è chiaro che è lo stesso sistema fiscale a non generare equità e a rendere indifferente la tassazione sia che riguardi una famiglia con due, quattro o nessun figlio. Credo che questo sia il tema principale, prioritario, a cui il prossimo governo dovrà pensare fin da subito, ma ovviamente non solo.

Quali sono le altre emergenze?

Esistono altre priorità altrettanto importanti, come la conciliazione famiglia-lavoro, la responsabilità educativa e libertà di scelta delle famiglie, e le funzioni di cura, quindi i casi in cui vi sia la presenza di persone fragili all’interno del nucleo familiare. Senza dimenticare ovviamente il sostegno alle giovani famiglie e ai giovani in quanto tali.

Altro punto dolente del sistema italiano…

Dopo 5 anni di pesante crisi, il sistema Paese sta ancora facendo i conti con una grave emergenza giovani che riguarda non solo le politiche del lavoro, ma anche quelle abitative e di sostegno alle giovani famiglie. Stiamo parlando di una priorità indubbiamente collegata allo sviluppo del Paese, quindi non si tratterebbe di un costo assistenziale ma di un vero e proprio investimento sulla ripresa economica.

Come mai fino ad oggi è stato fatto così poco?

La vera delusione delle politiche messe in campo negli ultimi 20 anni è la solita idea che sulla famiglia si debba intervenire solo dopo aver messo in ordine altri problemi della società e dello Stato. La vera sfida culturale, da vincere con i prossimi responsabili del governo, sarà dunque proprio quella di far capire che le politiche familiari non sono residuali, ma rappresentano uno dei punti strategici di rilancio del Paese.

 

(Claudio Perlini)

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