E’ San Gregorio Nazianzeno il primo santo che il calendario della Chiesa romana ricorda dopo che il primo gennaio era dedicato alla celebrazione di Maria. Il 2 gennaio di ogni anno la Chiesa Romana festeggia San Gregorio Nazianzeno, vescovo e dottore. Gregorio nacque nel 330 dopo Cristo nella contrada di Arianzo nell’antica cittadina di Nazianzo, nell’Asia Minore nel territorio che oggi viene identificato nello stato della Turchia. Nacque in una modesta famiglia che però era molto fedele nei riguardi della religione cristiana, soprattutto la madre e la nonna. Suo padre, invece, era un seguace di una setta giudaica. Molto importante fu la sua formazione educativa durante l’infanzia. Infatti, i genitori con grandi sacrifici mandarono Gregorio prima in una scuola sul territorio della Palestina, poi in Egitto in particolare nella città di Alessandria e infine a terminare il proprio percorso formativo in Grecia per la precisione ad Atene. Proprio nella città greca conobbe un altro grande personaggio della chiesa cristiana, San Basilio Magno. Tra i due nacque una profonda amicizia che rimase tale per tutto il corso della loro vita. Da sottolineare come proprio in questo periodo di permanenza ad Atene durato circa dieci anni, Gregorio riuscì a formarsi a pieno anche se è bene ricordare che a quei tempi la capitale ellenica fosse considerata come la massima espressione del culto pagano per via dei diversi dei che venivano venerati. Intorno al 359 fece ritorno nella propria terra d’origine per ricevere non appena compiuti i 30 anni di età il battesimo. In quei tempi, infatti, il battesimo non veniva effettuato alla nascita, bensì si attendeva di compiere il trentesimo anno di età. Gregorio in questo periodo decise, insieme al proprio inseparabile amico Basilio, di dedicarsi all’approfondimento dei propri studi presso la cittadina di Neocesarea, nell’attuale Siria. Dopo qualche anno dietro anche le pressioni dei cittadini di Nazianzo, fu quasi costretto a far ritorno nuovamente alla propria città per ricevere l’ordinazione per diventare presbitero. La cosa straordinaria fu che tale ordinazione gli fu data dal padre, Gregorio il vecchio, che nel frattempo non solo si era convertito ma era anche diventato Vescovo della diocesi di Nazianzo. Questa situazione dispiaceva tantissimo a Gregorio in quanto lui amava tantissimo vivere in solitudine e portare avanti i propri studi in compagnia di Basilio. Tuttavia questo desiderio rimase tale in quanto il padre gli chiese di restare a Nazanzio per dargli una mano per la gestione diocesi soprattutto in ragione di uno scisma che si stava diffondendo all’interno della comunità cristiana. Frizioni che erano nate in ragione di alcune decisioni di Gregorio il Vecchio e a cui suo figlio seppe rimediare. Nel 371 all’indomani della divisione della regione in due province romane, fu Basilio a chiedergli aiuti per la formazione di una nuova diocesi che doveva essere gestita proprio da Gregorio. In un primo momento accettò anche se un po’ a malincuore tant’è che in seguito tornò alla sua solitudine. A distanza di circa tre anni, dovette nuovamente far ritorno a Nazianzo dietro esplicita richiesta del padre ormai in fin di vita. All’indomani della sua morte nel 374, si ritirò in un convento per dedicarsi alla sua passione per gli studi. Dopo solo cinque anni di permanenza all’interno del convento fu chiamato a dover coprire un importante ruolo. Infatti, i fedeli di Costantinopoli lo vollero come patriarca e Gregorio non poté tirarsi indietro anche perché anche il suo amico Basilio lo esortava nel ricoprire tale carica. Gregorio riuscì a conquistare anche i pochi ortodossi che vivevano nella capitale, e soprattutto le sue omelie divennero famose in ogni luogo, tant’è che tantissimi personaggi importanti dell’epoca come San Girolamo, accorrevano ogni volta che potevano per ascoltarle. Purtroppo a quel tempo a Costantinopoli c’erano delle tensioni molto forti con le comunità ariane e con Gregorio che in più di un’occasione rischiò di essere letteralmente lapidato.
La sua fede e la sua forza d’animo riuscirono ad avere la meglio ottenendo anche l’intervento dell’imperatore Teodosio che rimise le cose nel loro naturale verso. Nel 380, Gregorio divenne Vescovo della città anche se poi esercitò questo ruolo per soli due anni visti i frequenti attacchi politici che gli venivano mossi da altri vescovi. Gregorio decise di ritirarsi nella sua terra natale dove intorno al 389 morì. San Gregorio Nazianzeno viene ricordato soprattutto per le sue qualità di oratore e per la grande bontà d’animo che ne contraddistinse la vita.