Oggi, 29 gennaio 2013, la Chiesa ricorda San Gildo (Gyldas) di Rhuys, un abate vissuto nel quinto secolo dopo Cristo e a cui tra le altre cose si deve la fondazione e la costruzione di un monastero sulla penisola di Rhuys. La vita di Gildo è stata davvero straordinaria e per questo intorno al 1100 un abate del monastero costruito a Rhuys decise di raccogliere tutti i documenti storici e i racconti tramandanti di generazione in generazione in un libro biografico nel quale viene tracciata in maniera abbastanza completa tutta la sua storia. Tuttavia, nonostante ciò, non sono giunte fino a noi date certe al riguardo della nascita di Gildo, che probabilmente dovrebbe cadere intorno alla fine del V secolo dopo Cristo e quindi grosso modo nel 490. La cosa certa è Gildo nacque sulle rive del fiume Clyde, nella parte scozzese della Gran Bretagna da una famiglia molto ricca che, secondo alcune ricostruzioni, ara anche di origini nobili.
Nemmeno sulla sua infanzia ci sono molte notizie al di fuori del fatto che la sua educazione fu affidata all’abate Iltuto, riconosciuto poi dalla Chiesa come Santo, nel monastero di Llanilltud Fawr nelle terre del Galles. Gildo, anche in ragione di questa forte connotazione religiosa che ebbe la sua infanzia e adolescenza, vide nascere dentro il proprio animo la vocazione di consacrare la propria vita al Signore. Per prima cosa si trasferì verso i 20 anni nel Galles, dove ebbe modo di meditare e pregare in maniera molto intensa. Oltre a ciò intraprese degli studi rivolti alla conoscenza delle sacre scritture e della filosofia.
Nel 518 fu ordinato sacerdote ed ebbe chiaro il desiderio di diventare missionario in quelle terre dove la parola del Signore non era ancora arrivata oppure in quelle dove l’identità della comunità cristiana viveva un momento di particolare difficoltà. La sua prima missione fu quindi rivolta a diffondere il cristianesimo in quelle regioni del Nord della Gran Bretagna in cui non aveva mai messo radici. Opera che portò avanti con grande abnegazione e in maniera esemplare. La sua stava diventando sempre di più una figura di riferimento per la missione evangelica, tant’è che ne fu richiesta la presenza in Irlanda per cercare di dare nuovo slancio alla religione cristiana che, dopo la morte di San Patrizio, stava attraversando un periodo di particolare difficoltà.
L’opera che ebbe modo di portare avanti in queste zone fu davvero straordinaria. Gildo riuscì nel giro di pochi anni a ristabilire una certa disciplina ai vari monasteri presenti sul territorio irlandese e che negli ultimi anni avevano perso di vista quelli che erano i principi insegnati da San Patrizio. Dopo questa suo grande e faticoso apporto che diede alla causa cristiana in Irlanda fece ritorno in Inghilterra, dove grazie anche al supporto di un paio di studiosi con cui aveva avuto modo di avere a che fare, si fece promotore di un nuovo rito per celebrazione della santa messa per le chiese di origini celtiche.
Una volta terminato questo lavoro che sarà molto apprezzato, crebbe in lui il desiderio di solitudine per poter pregare in maniera più profonda. Per questo decise di andare a vivere nella Bretagna. In particolare nella penisola di Rhuys. Cercò di restare quanto più possibile nascosto agli occhi dei tanti fedeli che si trovavano in quelle zone, ma fu riconosciuto da alcuni pescatori. Questo fece in mondo che la tanto desiderata solitudine non poté più essere tale, in quanto accorsero numerosi fedeli che volevano essere suoi discepoli. In ragione di ciò, Gildo ritenne opportuno fondare un monastero dove tutti i propri discepoli potessero vivere nella preghiera consacrando le proprie vite al Signore.
Dopo qualche anno, tentò nuovamente di condurre una vita da eremita e per questo si spostò da Rhuys insieme a San Bieuzy. In questi anni pare abbia scritto il manoscritto “De Exicidio et conquestu Britanniae”. Per diversi anni si spostò all’interno del territorio della Cornovaglia prima di essere nuovamente richiesto in Irlanda per espresso volere del re Ainmir. Infine, tornò nel suo monastero a Rhuys dove il 29 gennaio 570 si spense. Il suo corpo riposa tutt’ora nell’Abbazia di Rhuys, che nel corso dei secoli ha ricoperto un ruolo alquanto importante nella religione cattolica della Francia, visto che alcuni re sono stati ivi seppelliti.