“Il procedimento usato contro Parolisi leggendo anche le motivazioni della sua condanna all’ergastolo ricordano le stesse pretestuose motivazione dei processi che si facevano alle streghe”. Alessandro Meluzzi, contattato da ilsussidiario.net, non ha dubbi in proposito paragonando la condanna e le sue motivazioni ai processi per stregoneria: “Dire che una persona che si reputa innocente non abbia mai mostrato alcun segno di pentimento e perciò merita l’ergastolo, è lo stesso tipo di mentalità quando nel medio evo si diceva che la persona era colpevole perché reo confessa o perché resisteva alle torture e non ammetteva la colpa”. In sostanza, Parolisi è stato riconosciuto colpevole, dicono le motivazioni, perché preso da raptus sessuale alla vista della moglie seminuda la quale avrebbe negato al marito il rapporto sessuale stesso.



Le motivazioni della condanna all’ergastolo di Parolisi sono del tutto inedite in un caso dove si è sempre detto che il movente ruotava attorno alla relazione extra coniugale del caporale maggiore. Con il rispetto che si può avere per la decisione di un tribunale e le sue motivazioni, tali motivazioni appaiono quanto meno singolari, direi bizzarre. La bizzarria è innanzitutto in una totale sfasatura tra il principio personalogico, le caratteristiche e le dinamiche del rapporto tra il Parolisi e la moglie, e l’improvvisa pulsionalità che farebbe ben sperare sulla passionalità della sessualità coniugale. Cioè pensare che un marito con rapporti con quella donna da almeno un decennio, madre di un bambino di 2 anni e in una situazione di attività sessuale quantomeno promiscua venga colto da un raptus sessuale tanto intenso da desiderare di possedere la moglie perché la osserva in un gesto fisiologico.



Perché secondo lei tale motivazione non regge? Trovo che questa raffigurazione della sessualità, della raffigurazione di un raptus sessuale  – e lo dico non certo da una cattedra ma come uno che fa lo psichiatra da 33 anni, è anche sessuologo oltre che psichiatra forense – e questa rappresentazione dell’antropologia sessuale siano degne di qualcuno che non sa bene come sono fatti gli uomini e le donne.

Si sostiene che la moglie fosse la figura dominante nella coppia e che dunque Parolisi covasse un forte risentimento e una forte frustrazione nei suoi confronti. Possono bastare per esplodere in un raptus omicida? Mi sembra una raffigurazione del tutto inattendibile sia dal punto di vista delle motivazioni ma anche della psico dinamica della sessualità.



Perché? Proviamo a ricostruire l’antropologia del soggetto. Conoscendo abbastanza le dinamiche dell’uomo mediterraneo padre, pensare che tale uomo possa provare una tensione di tipo stupratorio nei confronti della moglie e che di fronte a tale tensione stupratoria che mi sembra del tutto improbabile e inattendibile, reagisca con l’odio come fosse Jack lo squartatore o un adolescente in preda a un raptus ormonale è una delle rappresentazioni più singolari e fantascientifiche che abbia mai sentito.

Ci spieghi meglio. Tutta questa ricostruzione in assenza di una prova provata, in assenza di uno straccio non soltanto di pistola fumante cioè dell’arma del delitto, ma anche di tracce in qualche modo attendibili e obiettive è una delle pagine più singolari del diritto che sino mai state scritte. Il Parolisi l’avrebbe sgozzata senza lasciare tracce su di se o su un vestito o su nulla altro e senza ci sia un solo elemento del corpo del reato o una prova testimoniale. Non c’è un singolo  evento di tipo scientifico di qualsiasi natura ma ci si è basati solo sulla attendibilità che sappiamo ovvia della sua tendenza di essere un mentitore sistematico. Ecco perché arrivare a tali motivazioni è singolare per non dire di peggio.

Come si fa poi a entrare in modo così dettagliato nelle dinamiche psicologiche di una coppia dove una dei due è morta e l’altro, come dice anche la sentenza, non ha mai praticamente detto nulla? 

Ma soprattutto è stata fatta una cosa secondo me illegittima. In Italia la perizia psicologica in materia penale è vietata a meno che non rappresenti un fatto peritale sul quale si vuole ricostruire l’attendibilità della testimonianza di un minore, oppure si vuole la capacità di testare dopo la morte di un anziano la sua capacità di essere circonvenuto. Ma costruire una sorta di perizia psicologica senza una perizia sulle dinamiche di coppia e oltretutto su un defunto in assenza della possibilità di avere elementi scientifici per poterlo fare è un fatto francamente irrituale. 

Dunque una evidente forzatura delle dinamiche psicologiche della coppia? Non è stata fatta alcuna perizia sul Parolisi, e dico per fortuna, ma neanche sulla moglie. Pensare di costruire una sorta di psicologia della coppia senza fare perizie e senza prove è un uso della perizia psicologica del quale il legislatore ha detto al giudice di non fare uso. Una delle ragioni per cui la perizia personologica è vietata come elemento di prova è che prima bisogna trovare la prova e poi eventualmente fare delle domande allo psichiatra forense sulla capacità di intendere e di volere e sula pericolosità sociale. 

Invece? Tracciare dei profili di personalità e poi vedere come questi profili si possano incastrare  nelle ipotetiche probabilità dei fatti è psichiatria da era sovietica. E’ un uso lombrosiano all’incontrario della psicologia forense.