Oggi, giovedì 3 gennaio, la Chiesa cattolica celebra Santa Genoveffa Vergine, donna francese nata nel 422 e vissuta in un sobborgo (allora, ora è diventato una città di 100mila abitanti) nei pressi di Parigi, Nanterre. Fin da piccolissima fu consacrata al Signore. Pare che ebbe un incontro a sei anni con San Germano di Auxerre, il quale la indirizzò verso una vita fatta di rettitudine. Fino ai quindici anni, visse con i genitori. In seguito, scelse di entrare a far parte di un gruppo di devote vergini che dedicavano la propria esistenza al Signore, alla preghiera e alle opere di bene. Una sorta di ordine diverso da tutti gli altri, dato che non prevedeva che chi ne facesse parte dovesse vivere in un convento: poteva, infatti, continuare a vivere nella propria famiglia. Gli aderenti, inoltre, non portavano abiti particolari ma, semplicemente, dedicavano le proprie intere giornate alle opere caritatevoli e alle penitenze. Genoveffa, in particolare, seguiva regole estremamente ferree. Mangiava soltanto in alcuni giorni della settimana, il giovedì e il sabato, e soleva restare all’interno della propria camera per tutto il periodo che andava dalla serata del 6 gennaio, giorno dell’Epifania, fino al giovedì della Settimana Santa, il giorno in cui il Signore inizia la sua passione con l’ultima cena. Attorno al 451, iniziò a visitare Parigi per sollevare l’animo degli abitanti, terrorizzati dalla minaccia del possibile saccheggio da parte degli Unni guidati dal terribile Attila. Tantissimi cittadini erano già pronti ad abbandonare la città per paura della violenza devastatrice degli Unni, ma Genoveffa riuscì a dissuaderli dal proprio proposito indicandogli come la fede nel Signore li avrebbe aiutati. I suoi tentativi furono tanto accorati e ripetuti da rischiare la lapidazione di quanti non professavano la fede cristiana. In seguito, quando la città fu invasa dalla peste, si fece carico in prima persona dell’impellenza. Risalì la corrente del fiume Senna a bordo di un barcone e prelevando del cereale e del grano in una zona dove i contadini ne avevano in abbondanza, lo trasportò a Parigi distribuendolo equamente tra i tanti bisognosi. Le sue gesta furono famose soprattutto tra i re che regnavano all’epoca sui vari stati, tanto che ne divenne amica. Sfruttando questa sua posizione, riuscì ad ottenere da alcuni regnanti clemenza nei confronti di alcuni prigionieri, in particolar modo per quelli che avevano delle colpe di natura politica o ideologica. All’età di ottanti anni, nel 502, morì dopo una vita spesa nell’aiutare il prossimo. 



Sulla sua tomba nel corso degli anni venne eretta una basilica che poi fu quasi totalmente distrutta durante la rivoluzione francese. San Genoveffa è spesso identificata come colei che aiuta la popolazione durante le carestie e le catastrofi naturali ed inoltre è Santa Patrona di Parigi. A tal proposito pare che nel 1129, una terribile pestilenza che portò alla morte a circa 15 mila parigini, cessò improvvisamente subito dopo che i cittadini portarono San Genoveffa in processione tra le vie della città.

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