Oggi, 31 gennaio, la Chiesa ricorda San Giovanni Bosco, un sacerdote e un uomo dalle grandi qualità, diventato famoso in ogni parte del mondo per quello che è riuscito a fare durante la sua vita. Giovanni nacque in Piemonte, per la precisione nella cittadina di Castelnuovo d’Asti, il 16 agosto del 1815, in una famiglia piuttosto modesta ma dai grandi valori religiosi e umani. Una curiosità dà il senso di quello che ha rappresentato Don Bosco per la gente che ha avuto la fortuna di conoscerlo: il suo paese natale, per omaggiarlo, ha cambiato il proprio nome diventando Castelnuovo Don Bosco. Tornando alle sue origini, il padre Francesco e la madre Margherita educano il piccolo Giovanni seguendo i dettami della parola di Dio, tant’è che in lui si palesa quando era ancora giovanissimo la volontà di consacrare la propria vita al Signore. Infatti, pare che quando aveva soltanto nove anni, una notte ebbe un sogno nel quale gli fu predetta la vita a cui era destinato.



Ben presto per seguire la propria strada dovette abbandonare l’ambiente in cui era nato e cresciuto per entrare nel seminario della città di Chieri, dove all’età di 26 anni (1841) fu ordinato sacerdote. Per altri tre anni continuò i propri studi indirizzando i propri interessi culturali verso la teologia morale. Durante questo periodo capì quale fosse la cosa che più di tutte voleva fare nel corso della vita, ossia prendersi cura dei giovani nel tentativo di dargli una cultura basata sull’amore verso il prossimo. Don Giovanni Bosco capì per primo che in quella particolare fase storica era in atto un cambiamento epocale nella società italiana, in particolare nella città di Torino dove, per effetto dell’industrializzazione, tantissime persone che abitavano nella campagne limitrofe si trasferivano nel capoluogo piemontese. Don Bosco intuì che soprattutto nei giovani era presente un forte sentimento di disagio, soprattutto per quanti non avevano avuto la possibilità di studiare e godere di una certa educazione.



Don Bosco incominciò così a radunare sempre più ragazzi presso il Convitto di San Francesco a Torino per fare catechismo e non solo. Decise poi di fondare un oratorio che potesse dare un grande supporto, soprattutto da un punto di vista morale e spirituale, a quei giovani che stavano vivendo con grande difficoltà quell’evoluzione sociale. L’oratorio fu dedicato e intitolato a San Francesco di Sales. Qualche anno più tardi aprì un altro oratorio sempre nella città di Torino, ubicato nei pressi di Porta Nuova e intitolato a San Luigi.

Nel 1852 il vescovo lo nominò responsabile degli oratori e quindi Don Bosco dovette prendersi cura di tutti quelli che erano attivi. Ai tanti ragazzi che venivano accolti riusciva a trasmettere tutti i propri principi, facendoli sentire amati. Inoltre, organizzava corsi di formazione professionale che aiutarono e non poco ai giovani nell’ingresso nel mondo del lavoro e, contemporaneamente, istituì la Società di San Francesco di Sales, meglio conosciuto come i Salesiani. Le sue intuizioni e i suoi modi di educare i giovani furono davvero straordinari, tant’è che nonostante le dure lotte che ebbe con alcuni cardinali delle sue zone ebbe l’incontrastato appoggio di papa Pio IX.



Uno dei suoi principali motti, che tutti i ragazzi che ebbero a che fare con lui portarono scolpito nel cuore e nell’anima era quello che diceva “state allegri ma non fate peccati”. A partire dal 1863 i salesiani furono inviati per voler del Papa per scopi apostolici e di evangelizzazione nei paesi dell’America del Sud. Don Giovanni Bosco inoltre riuscì a diffondere la parola di Dio attraverso la stampa e pubblicò alcuni libri di cultura.

Don Bosco morì all’età di 73 anni i 31 gennaio 1888. Fu beatificato il 2 giugno 1929 e poi santificato l’1 aprile 1934 da papa Pio XI.