Si è concluso con una riduzione di pena il processo di appello sul caso dell’uccisione di Melania Rea, moglie del caporal maggiore Salvatore Parolisi. In prima istanza l’uomo era stato condannato all’ergastolo, adesso la Corte d’Assise dell’Aquila ha ridotto la pena a trenta anni di reclusione che a conti fatti non cambia granché la sua situazione. Soddisfazione da parte dei familiari della donna uccisa, che hanno voluto sottolineare come non ci sia nulla da festeggiare in casi come questo, ma che comunque la giustizia ha fatto il suo dovere. Delusione e sconforto da parte del Parolisi, mentre i suoi avvocati hanno già fatto sapere che andranno in appello. e che i processi in Italia finiscono solo quando si arriva in Cassazione. Tra le motivazioni della riduzione della pena il non riconoscimento di vilipendio sul cadavere di Melania; riduzione di pena anche perché il Parolisi ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato e l’aggravante della crudeltà. L’uomo continua a proclamarsi innocente. Va detto che nel corso del processo è stato mostrato un video del 20 aprile 2011, quando venne ritrovato il corpo della donna, in cui si vede del sangue rappreso sulla scena del delitto: per la difesa la prova dell’innocenza dell’uomo, per l’accusa invece il sangue non era rappreso tanto che gli uomini della scientifica si sono sporcati con quelle tracce di sangue. 



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