Una lunga intervista esclusiva quella del fondatore del quotidiano La Repubblica al Papa, pubblicata oggi sul quotidiano romano. Continua dunque il dialogo fra Scalfari e Francesco dopo l’ormai famosa lettera del Pontefice che rispondeva a Scalfari stesso. Moltissimi gli argomenti trattati: Bergoglio insiste come la Chiesa debba ripartire dal Concilio Vaticano Secondo e aprire alla cultura moderna. Il Papa parla poi dei mali del mondo, cioè giovani senza lavoro e vecchi lasciati da soli. Per quanto riguarda la Chiesa stessa, l’ha definita “troppo vaticano-centrica con una corte che è la lebbre del papato”. Parole dure come si vede a cui si aggiunge il giudizio sui capi della Chiesa, definiti da Francesco troppo narcisi: “I Capi della Chiesa sono stati spesso narcisi, lusingati e malamente eccitati dai loro cortigiani”. Aggiungendo: “La Curia non è la corte, ma vi sono talvolta ‘dei cortigiani’. E ha un difetto: è Vaticano-centrica. Vede e cura gli interessi del Vaticano, che sono ancora, in gran parte, interessi temporali. Questa visione trascura il mondo che ci circonda e farò di tutto per cambiarla”. Quindi, dice, che l’obbiettivo della Chiesa non è fare proseliti, sarebbe una sciocchezza ha detto: “Il proselitismo è una solenne sciocchezza che ci circonda. Il nostro obiettivo è l’ascolto dei bisogni, dei desideri, delle delusioni, della disperazione, della speranza. Dobbiamo ridare speranza ai giovani, aiutare i vecchi, aprire verso il futuro, diffondere l’amore”. Il fatto che in paesi come l’Italia i cristiani siano ormai una minoranza per il Papa può essere una forza: “Dobbiamo essere un lievito di vita e amore, e il lievito è una quantità infinitamente più piccola della massa di frutti, fiori e alberi che da quel lievito nascono”.