Dopo aver ricevuto l’approvazione della Camera, il decreto legge che contiene le misure per il contrasto del femminicidio riceve anche l’ok del Senato e diventa a tutti gli effetti una legge. Come già avvenuto a Montecitorio due giorni fa, anche oggi non hanno partecipato al voto la Lega Nord, il Movimento 5 Stelle e Sel. Il decreto legge contenente misure urgenti “in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, la protezione civile e il commissariamento delle Province” ha ricevuto 143 “sì” e tre “no”. L’approvazione ha però generato malumori e polemiche, soprattutto perché dopo il via libera della Camera i senatori sono stati praticamente costretti ad approvarlo in tempi record senza poter apportare alcuna modifica al testo, ormai prossimo alla scadenza. “Siamo davanti all’alternativa se convertire un testo che ci è arrivato il 9 ottobre e scade il 14 malgrado ci siano degli errori o lasciarlo decadere”, aveva detto il presidente della commissione Giustizia Francesco Nitto Palma. “Se decideremo di convertirlo, la prossima settimana provvederemo ad inserire delle modifiche nel testo che stiamo esaminando sulla stessa materia in commissione. Qui siamo davanti al primo intervento di legislazione in materia penale fatto con un decreto legge”, aveva aggiunto. Anche secondo i senatori di Sel, “con l’alibi di una legge importantissima come quella contro il femminicidio si contrabbandano misure che con il femminicidio non hanno nulla a che vedere e che andrebbero definite senza ipocrisia un nuovo pacchetto sicurezza”. Sulla stessa linea il giudizio del senatore del Movimento Cinque Stelle Francesco Campanella, secondo cui era necessario “prendersi, con responsabilità, un mese di tempo in più per esaminare ed eventualmente emendare la legge”.



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