“Questo papa non ci piace”, il titolo dell’articolo – apparso su Il Foglio di Giuliano Ferrara mercoledì 9 ottobre – che ieri è costato l’allontanamento a due collaboratori di Radio Maria, Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro. Ripercorriamo le tappe della vicenda:

Mercoledì scorso i due, conduttori storici (da ben 10 anni) di una trasmissione di bioetica e letteratura, hanno pubblicato un articolo dal titolo “Questo papa non ci piace” nel quale si mostravano critici nei confronti di Papa Francesco, non ritrovandosi nei modi e nelle dichiarazioni del Santo Padre in questi suoi sei mesi di Pontificato. Il Foglio sta conducendo una campagna di critica feroce contro papa Bergoglio, ma l’articolo di Gnocchi e Palmaro non è passato inosservato. Scrivono: “Le sue interviste e i suoi gesti sono un campionario di relativismo morale e religioso e l’attenzione del circuito mediatico-ecclesiale va alla persona di Bergoglio e non a Pietro”. Sotto accusa soprattutto il contenuto dell’intervista con Eugenio Scalfari rilasciata a Civiltà Cattolica: perplessità di natura dottrinale e formale circa gesti che rischiano – sempre a loro giudizio – di svuotare il Pontificato della sua ritualità peculiare.



Dopo le critiche a Bergoglio reo secondo i due Foglianti, di aver espresso concetti contrastanti con la dottrina e con quanto sostenuto dai suoi predecessori (oltre che per il suo stile comunicativo massmediatico), la presa di posizione dell’emittente radiofonica è inevitabilmente arrivata. Il responsabile della radio Padre Livio Fanzaga ha interrotto la loro collaborazione con Gnocchi e Palmaro. La motivazione è semplice: non si può condurre un programma su Radio Maria e allo stesso tempo accusare il Papa di una condotta nociva alla Chiesa.



Dopo la doccia fredda, Palmaro prova ad analizzare l’accaduto: “Dispiace perché ero consapevole delle possibili reazioni alla nostra uscita, ma non avrei mai immaginato questo finale”. Eppure, poteva il direttore di Radio Maria non prendere posizione di fronte alle accuse di due collaboratori nei confronti del Papa, guida della Chiesa (e delle sue opere)? Gnocchi e Palmaro possono dire apertamente quello che pensano, ci mancherebbe, ma Radio Maria ha altresì il diritto e la responsabilità di agire come ritiene meglio per evitare di confondere i credenti (e i propri ascoltatori). Giova forse a Gnocchi e a Palmaro – che mai avrebbero immaginato le conseguenze di un articolo in cui accusano il Papa di nuocere alla Chiesa (sic!) – leggere queste righe con un po’ più di immedesimazione personale rispetto a quanto ne avessero quando le hanno scritte: “Prima o poi ci si dovrà pur risvegliare dal grande sonno massmediatico e tornare a misurarsi con la realtà. E bisognerà anche imparare l’umiltà vera, che consiste nel sottomettersi a Qualcuno di più grande, che si manifesta attraverso leggi immutabili persino dal Vicario di Cristo. E bisognerà ritrovare il coraggio di dire che un cattolico può solo sentirsi smarrito davanti a un dialogo in cui ognuno, in omaggio alla pretesa autonomia della coscienza, venga incitato a proseguire verso una sua personale visione del bene e del male. Perché Cristo non può essere un’opzione tra le tante. Almeno per il suo vicario”. E per commentatori, pur se “espressione autorevole del mondo tradizionalista cattolico”, s’intende…



(Vittorio Crippa)