Oggi la Chiesa ricorda San Serafino da Montegranaro, detto così perché nato nella città marchigiana nel 1540. La sua morte è il 12 ottobre del 1604, da cui la celebrazione di oggi. Serafino era di famiglia molto povera e il suo nome di battesimo era Felice. Così povero che la sua prima occupazione sin da bambino era quella di custode di gregge. Era però sempre stato molto appassionato di letture religiose: si ricorda infatti che, quando aveva 18 anni e faceva l’operaio in un cantiere, ogni volta che aveva un momento libero restava estasiato ad ascoltare storie sacre raccontate dalla figlia del padrone. Fu proprio lei a incoraggiarlo a entrare in convento. Quello prescelto fu quello di Tolentino dove entrò a far parte dell’ordine dei Frati minori cappuccini. Il periodo di noviziato lo passò a Jesi quindi passò molto tempo in cerca di una destinazione definitiva in un convento delle Marche. I vari superiori infatti, nonostante Serafino fosse un giovane di buona volontà, lo ripmroveravano spesso per la sua eccessiva generosità. Finalmente nel 1590 entrò in un convento ad Ascoli Piceno dove diventò monaco questuante. Andando in giro tra la gente, le persone si affezionarono moltissimo a lui: nel 1602, quando si vociferò che potesse essere trasferito altrove, la popolazione scese in strada a protestare chiedendo ai superiori dell’ordine di non mandarlo via. Era amatissimo: sapeva dare un buon consiglio a chiunque. La sua devozione era per il Santo Crocifisso e per il Rosario: ancora in vita, in molti già lo chiamavano santo. Muore a 64 anni. 



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