Il 24 ottobre la Chiesa cattolica celebra sant’Antonio Maria Claret, vescovo e fondatore dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria.?Antonio María Claret y Clará nacque in Catalogna, nel piccolo centro di Sallent, il 23 dicembre 1807. Proveniva da una famiglia molto numerosa, i genitori diedero alla luce dieci figli, e profondamente cattolica. Divenne sacerdote il 13 giugno 1835 e, subito dopo, mostrò la volontà di farsi inviare come missionario nei territori da evangelizzare, ma a causa della sua cagionevole salute ottenne un rifiuto sia dalla Congregazione Propaganda Fide che dai Gesuiti.



Decise, alla luce di ciò, di operare in patria, dimostrando un grande zelo nella predicazione del messaggio cristiano e nell’organizzazione di missioni popolari. In quegli anni incominciarono anche a diffondersi le voci sulle sue miracolose capacità guaritrici e taumaturgiche. Nel 1849 fondò, a Vic (Barcellona), i Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria, una congregazione tuttora molto operante, che negli anni della Guerra civile spagnola subì una terribile repressione: in particolare, vanno ricordati i 51 martiri di Barbastro, che papa Giovanni Paolo II beatificò nel 1992. 



Nel 1850 venne nominato arcivescovo di Santiago di Cuba, che allora apparteneva alla Spagna, e si trasferì nella città, assolvendo la sua funzione con grande impegno ed energia. In particolare, visitò svariate volte il territorio della sua diocesi, nel tentativo di favorire l’evangelizzazione delle zone più sperdute e di debellare i principali problemi morali e sociali: ignoranza, prostituzione e miseria. Per la sua attività si creò numerosi nemici tra i corrotti e la malavita del posto, subendo anche attentati.

Ritornò in patria nel 1857, quando la regina Isabella II lo nominò suo confessore. Con lei si trasferì a Parigi nel 1868, continuando la sua predicazione. In seguito, partecipò a Roma al Concilio Vaticano I, dove sostenne strenuamente la tesi dell’infallibilità del pontefice in materia religiosa. 



Morì nel 1870 nel monastero cistercense di Fontfroide, vicino a Narbona. Sulla tomba vengono scolpite le parole di papa Gregorio VII: “Ho amato la giustizia e odiato l’iniquità, per questo muoio in esilio”. Il suo corpo si venera nella Casa Madre dei Clarettiani a Vic. È stato  beatificato  il  25 febbraio  1934  da  papa Pio XI  e  papa Pio XII  lo ha proclamato santo il  7 maggio  1950.