Oggi 25 ottobre la Chiesa festeggia san Gaudenzio, vescovo di Brescia. Le scarse notizie sulla vita di san Gaudenzio derivano in parte dai suoi dieci Sermoni, in parte dagli scritti di suoi contemporanei. Nacque a Brescia e divenuto sacerdote, per le sue grandi virtù e per la fama di santità conquistata presso la popolazione, venne designato dal vescovo Filastrio come suo successore. Alla morte di Filastrio, Gaudenzio si trovava in pellegrinaggio in Terrasanta e gli abitanti di Brescia inviano degli emissari per convincerlo a tornare in patria e occupare il seggio episcopale. Gaudenzio accettò con molte titubanze, perché non si riteneva abbastanza preparato in ambito teologico e dottrinale. Decisivo per il suo assenso, fu il parere e il sostegno di Ambrogio, vescovo di Milano.
Tornato a Brescia, fu consacrato vescovo nel 390, iniziando subito un’intensa attività di predicazione, che suscitò l’interesse e l’ammirazione del popolo e del clero dell’epoca, nonostante Gaudenzio nutrisse una scarsa considerazione delle sue parole e delle sue capacità oratorie. Molti sacerdoti decisero di trascrivere le sue omelie e le sue prediche per utilizzarle. L’interesse suscitato dalle parole di Gaudenzio era dovuto alla novità e all’efficacia del messaggio che veicolavano: un messaggio sul diretto rapporto fra fede e opere, superando la difficoltà delle dottrine, spesso oscure al popolo. Inoltre, Gaudenzio criticava, attraverso la sua predicazione, le ingiustizie e le contraddizioni dell’epoca. La fama ottenuta lo convinse, non senza superare una certa titubanza, dovuta alla sua grande umiltà, a mettere per iscritto i suoi discorsi.
Il pellegrinaggio fatto in Terra Santa gli offrì, nel 406, le credenziali per una prestigiosa missione a Costantinopoli. Dopo l’esilio del patriarca Giovanni Crisostomo, da parte della moglie dell’imperatore Arcadio, il papa Innocenzo I inviò cinque vescovi, tra cui Gaudenzio, per incontrare l’imperatore, ottenere la liberazione di Crisostomo e organizzare un concilio.
Ma la missione fu un insuccesso e i vescovi vennero immediatamente rispediti in patria. Ritornato a Brescia, Gaudenzio si dedicò di nuovo con grande zelo alla predicazione; inoltre, fece sorgere una chiesa, chiamata Concilium Sanctorum, perché, secondo la tradizione, custodiva le reliquie di apostoli, prese dal vescovo in Oriente. Gaudenzio morì tra il 411 e il 412, venendo sepolto proprio in quella chiesa. Subito dopo la sua morte, incominciò a essere venerato come santo dal popolo.