Se ne va l’ora legale, torna l’ora solare. Siete pronti a spostare la lancetta dell’orologio indietro di un’ora? Nella notte a cavallo tra sabato 26 ottobre e domenica 27, gli orologi di ultima generazione, computer e strumenti tecnologici più avanzati, faranno un salto una volta raggiunte le ore 3.00 per tornare nuovamente le 2.00 (clicca qui per tutti i dettagli sull’ora solare). Si torna così all’ora solare, 60 minuti in più di riposo. Ma l’ora legale, tutt’altro che bocciata, è pronta a tornare verso primavera: il 30 marzo del prossimo anno si tornerà nuovamente al vecchio regime secondo la convenzione instaurata per la prima volta in Gran Bretagna nel 1916 dalla Camera dei Comuni di Londra per il risparmio energetico. Erano tempi di guerra, così molti paesi tra cui l’Italia, decisero di adottare il medesimo provvedimento. Ma se l’alternanza tra ora solare e ora legale sembra acquisita, il dibattito non è affatto scontato. E sull’ora, sul tempo, come convenzione è più vivo che mai. Al giorno d’oggi, più che sull’ora solare, è il fuso orario a tenere banco a livello europeo. E un paese che sembra avere opinioni discordanti interne in materia di fuso orario è la Spagna. Lo scorso settembre nel parlamento spagnolo è stata fatta una proposta di legge per spostare la lancetta nazionale indietro di 60 minuti. Durante il regime di Franco, il fuso orario della Spagna era stato sintonizzato su quello di Berlino per dimostrare agli alleati tedeschi la loro lealtà, e ancora oggi gli orologi dei due paesi viaggiano sincronizzati. Adesso anche in Spagna vogliono “dormire un’ora in più” per potere definitivamente regolarizzare le abitudini della popolazione secondo il fattore luce. “I due parametri principali per l’attività umana sono calore e luce”, ha ribadito il direttore della rivista Emmeciquadro Marco Gargantini in un’intervista per il sussidiario.net.



Che impatto ha questa convenzione sull’organismo e sulla produttività delle persone? Un valore positivo nel fatto di poter sfruttare maggiormente le ore del mattino quando le risorse produttive della persona, gli stimoli, sono maggiori. La fase finale della giornata è quella in cui si è più deboli solitamente. Due parametri principali che influiscono molto sulle proprietà intellettuali della persona sono calore e luce.



Come mai si è deciso di tenere in vigore l’ora legale nel periodo che va dai primi giorni primavera fino a ottobre? La vita dei nostri antenati seguiva i ritmi naturali non c’erano problemi legati a una visione globale dell’attività umana. Oggi il tempo è scandito dall’interazione dei commerci e legato al mondo dell’industria e dei trasporti. Questo ha portato al cambiamento e a uno sfruttamento migliore delle risorse naturali luce-calore.

Ricordiamo che molta gente ha dei ritmi di lavoro che coinvolgono le ore notturne… Dal punto di vista sociologico le cose stanno cambiando in effetti, poiché molte persone lavorano di notte: prendiamo come esempio alcuni dirigenti di importanti multinazionali che devono stare in contatto con colleghi che si trovano dall’altra parte del mondo e quindi sono sintonizzati su un diverso fuso. Questo è un aspetto che dobbiamo tenere in considerazione per il futuro nonostante la maggior parte del mondo del lavoro si sviluppa durante le ore del giorno.



In Spagna c’è un dibattito per spostare il fuso orario sullo stesso meridiano dell’Inghilterra. Cosa ne pensa? In passato erano state prese queste decisioni per motivi economici e politici. Penso sia giusto sostenere la proposta arrivata in parlamento. Non è solamente un loro problema comunque: in America gli spicchi dei fusi non combaciano con i meridiani e questo vuol dire che non si sono seguiti dei motivi scientifici bensì economici, storici e politici.

Gli spagnoli cambierebbero le abitudini per quanto riguarda gli orari? Non penso. Se sono abituati a cenare tardi, continueranno così. All’interno di questo nuovo orario rimarrebbe lo stesso il ritmo della giornata. Penso sia un fatto culturale più che d’impostazione d’orario. Le loro abitudini sono influenzate da fattori climatici, meteorologici e ambientali.

(Mattia Baglioni)