Il 28 ottobre la Chiesa Cattolica celebra la memoria di San Fedele di Como, martire vissuto nel corso del terzo secolo, testimone della Fede al tempo delle persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Le notizie riguardanti San Fedele sono scarse ed estremamente frammentarie. Secondo quanto emerge dagli studi degli storici, San Fedele sarebbe stato un personaggio di rilievo nella sua epoca, legato agli ambienti dell’amministrazione imperiale e dell’esercito. Infatti è accertato che San Fedele subì il martirio al tempo delle persecuzioni di Diocleziano: l’imperatore dalmata colpì specialmente i cristiani inseriti all’interno dell’amministrazione pubblica e dell’esercito, trascurando invece quelli che non ricoprivano questi incarichi statali.
Secondo la tradizione più accettata dagli storici, San Fedele era un soldato della guardia imperiale di stanza nel territorio lombardo, nei pressi di Mediolanum (l’attuale Milano). San Fedele venne convertito al Cristianesimo da San Materno, evangelizzatore dell’area milanese che divenne in seguito vescovo di Milano dal 316 al 328. San Materno entrò in contatto con San Fedele durante il soggiorno di quest’ultimo a Milano, che in quegli anni stava già iniziando ad assumere il ruolo di centro principale dell’Italia settentrionale. Dopo la conversione al Cristianesimo, San Fedele divenne uno dei più stretti collaboratori di San Materno nell’amministrazione della Chiesa milanese e nell’evangelizzazione. San Fedele venne incaricato da San Materno di procedere con l’evangelizzazione delle aree rurali lombarde, in gran parte ancora pagane. Avendo ottenuto ottimi risultati in termini di evangelizzazione nell’area padana, San Fedele venne scelto da San Materno per l’apostolato nel territorio situato a nord di Milano, verso Como, la Valtellina e il Canton Ticino. Venne quindi inviato nella zona di Como per iniziare il suo apostolato.
San Fedele iniziò ad evangelizzare tutte le popolazioni che vivevano nell’area circostante il lago Lario, scacciando le superstizioni pagane e portando la lieta novella. Dopo l’area di Como, San Fedele proseguì verso l’area delle Alpi, non trascurando né la Valtellina né la parte meridionale dell’attuale Canton Ticino.
I risultati dell’opera missionario-evangelizzatrice di San Fedele nel territorio comasco devono essere stati notevoli in quanto le autorità imperiali si interessarono alla vicenda e decretarono il suo arresto. San Fedele venne raggiunto dalle truppe imperiali nei pressi di Chiavenna. Il santo venne sottoposto a un breve interrogatorio in cui rifiutò ripetutamente di abiurare per salvarsi la vita. Dopo un processo sommario subito nella stessa Chiavenna, San Fedele venne condannato a morte e rapidamente giustiziato.
Le maggiori notizie sul martirio di San Fedele provengono da uno scritto di Ennodio (sesto secolo), in cui si narra l’agiografia di Sant’Antonio di Lerino. Questi avrebbe infatti scelto come suo primo rifugio la tomba di San Fedele, situata nella parte settentrionale del Lago di Como.
Le reliquie di San Fedele vennero traslate a Como nella seconda parte del decimo secolo, nella chiesa di Sant’Eufemia, che venne rinominata in onore del primo evangelizzatore della città lariana. Nel 1572, il vescovo di Milano San Carlo Borromeo ordinò di traslare le reliquie di San Fedele nel capoluogo lombardo, all’interno di una nuova basilica dedicata all’antico collaboratore di San Materno. San Fedele è patrono di diversi centri distribuiti nell’Italia settentrionale: il più importante dal punto di vista demografico è Palazzolo sull’Oglio (provincia di Brescia).