Qualche tempo addietro nell’Ospedale della mia città si era posto il problema se mantenere la cappella interna incorporata nella struttura stessa dell’Ospedale oppure adibirne lo spazio ad altri servizi. La seconda ipotesi non si è poi realizzata. Negli anni seguenti l’Ospedale è stato ampliato con nuove strutture e moderne attrezzature e il servizio religioso è stato mantenuto nella sua completezza. Che cosa capita se una chiesa sparisce da un ospedale? E’ ben più che la mancanza di un qualsiasi servizio. Quello che è accaduto al Carlo Steeb del Lido di Venezia, località Alberoni, dove alle 2 del pomeriggio di mercoledì 2 ottobre è crollato il tetto, è una cosa particolarmente grave da tanti punti di vista. La costruzione risale ad anni recenti e il tetto è interamente collassato all’interno della navata come accade per un terremoto. Ma nel terreno sabbioso del Lido, i terremoti – quando ci sono – provocano appena leggere oscillazioni. Si indagherà dunque alla ricerca delle responsabilità. Per grazia di Dio, a quell’ora in chiesa non c’era nessuno. Gli ospiti del Carlo Steeb sono anziani e lungodegenti. Si tratta di persone che hanno bisogno non solo della terapia medica, ma di un sostegno personale integrale. L’esistenza e l’utilizzo di una Chiesa all’interno di una struttura simile, rimandano a un bisogno dell’uomo che non viene corrisposto solo dalle cure materiali e nemmeno dall’opportuno sostegno psicologico, ma pesca nel profondo dell’animo umano. Chi, dopo una vita più o meno lunga e problematica di lavoro e di famiglia, arriva in un luogo che un tempo veniva chiamato Casa di Riposo e oggi viene identificato con gli appellativi più primaverili e paradisiaci, ha bisogno di una compagnia così assidua e così profonda, che difficilmente può essere realizzata dai normali servizi di accoglienza. La chiesetta interna alla struttura garantisce uno spazio di ospitalità libero e continuo, e diventa luogo della memoria di una fede che risale dal profondo degli anni, diventando occasione di affidamento e richiamo di speranza. C’é da augurarsi che le persone finora dedicate all’opera di misericordia spirituale della compagnia e della carità cristiana, possano nel frattempo avere altri luoghi per continuare quella vicinanza che apre alla consolante Presenza di Dio. Anche la carità ha un’origine e ha bisogno di spazi e di tempi che rendano evidente la grande misericordia del Dio che ama i suoi figli.



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