Nella serata di ieri, mercoledì 2 ottobre, è andata in onda come da palinsesto la puntata di “Chi l’ha visto?”, condotto da Federica Sciarelli. Diversi i fatti di cronaca al centro dell’appuntamento  di ieri, con un focus particolare alla scomparsa delle due gemelline svizzere Alessia e Livia Schepp. La storia delle due piccole è davvero surreale; la logica trova fatica proprio a trovarsi. Cosa è successo? Ripercorriamo le tappe del giallo. Il loro padre, Mathias, in seguito a una serie di problematiche arriva alla rottura del rapporto con la moglie, Irina Lucidi. Tra i due vi è tanta acredine e tensione, soprattutto da parte dell’uomo che proprio non riesce ad accettare la separazione dalla donna. Per punire la moglie, nei primi giorni del 2011 prende e porta via con sé le loro due figlie. Pochi giorni più tardi, nel mese di febbraio, l’uomo si suicida buttandosi sotto un treno all’altezza di Cerignola, in Puglia. Prima di questo drammatico gesto di sconforto, Mathias, scrive un messaggio all’ex moglie facendo presente come le due piccole siano comunque al sicuro. Messaggio che si è prestato a diverse (e tragiche) interpretazioni, anche se con il passare del tempo, le speranza di Irina di riabbracciare le proprie figlie si sono ridotte in maniera consistente.



Nonostante tutto, una svolta è arrivata: negli ultimi giorni, grazie a una confidenza fatta da un carcerato al proprio avvocato sembrerebbe che le bambine sarebbero vive e potrebbero trovarsi in Sardegna. Il detenuto ha affermato di aver ascoltato una conversazione in merito tra due persone. Dichiarazione non certo di poco conto e al vaglio degli inquirenti che stanno cercando di esaminare le varie possibilità e in particolare si studiano alcune incongruenze; per quale motivo Mathias all’epoca del suo viaggio insieme alla figlie si sia recato prima in Corsica per poi rientrare in Italia acquistano un solo biglietto?



Questo lascia pensare che le due bambine possano trovarsi anche sul suolo francese, il che renderebbe ancora più difficoltoso il ritrovamento. Ma si sa, la speranza è l’ultima a morire

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