Tra i santi che vengono celebrati il 30 ottobre, particolare rilievo merita la figura di San Germano. La bibliografia che lo riguarda è estremamente corposa, soprattutto nella parte concernente il suo operato in qualità di vescovo. Nativo di Capua, proveniente da una famiglia agiata, alla morte del padre Amanzio ereditò la cospicua fortuna familiare. Decise però di donarla, con il consenso della madre Giuliana, a favore degli indigenti. Aveva già preso la risoluzione di dedicarsi alla vita spirituale e alle preghiere e privazioni che ne avrebbero fatto una figura di riferimento popolare. Nel 519, (secondo altre fonti nel 516) alla morte di Alessandro, vescovo di Capua, fu perciò chiamato a succedergli, secondo le modalità in vigore all’epoca, le quali prevedevano anche il concorso popolare. Dopo aver in un primo momento rifiutato l’onore, per spirito di umiltà, decise infine di accettare. Il grande prestigio personale di cui godette nell’espletamento delle sue funzioni, spinse il papa Ormisda a includerlo in una delegazione inviata a Costantinopoli, con il preciso compito di porre fine allo scisma provocato dai monofisiti capeggiati dal locale patriarca Acacio. Lo scisma era iniziato nel 484, quando lo stesso Acacio era stato scomunicato da papa Felice III, dopo aver cercato di ricomporre il dissidio sorto coi cattolici facendo promulgare dall’imperatore bizantino, Zenone, l’Enòtico, una formula che univa i due pensieri religiosi. La divisione tra Roma e Chiesa d’Oriente fu appunto ricomposta dalla missione capeggiata da Germano di Capua, la terza inviata da Ormisda in accordo con Teodorico e con il nuovo imperatore bizantino Giustino I. Alla missione parteciparono anche un altro vescovo, Giovanni, il diacono romano Felice, il famoso diacono nativo di Alessandria ma residente in Roma, Dioscoro, un prete romano, di nome Blando, e un notaio ecclesiastico, Pietro. Il risultato fu quello sperato da tutti: la delegazione fu ricevuta trionfalmente a Costantinopoli e dopo aver esposto le tesi pontificie riuscì a far rientrare lo scisma, permettendo alla missione di rientrare in Italia nel 520.
Tra gli altri episodi che riguardano San Germano, vanno rimarcati quelli narrati da S. Gregorio Magno nei Dialoghi. In base al primo, l’anima di Pascasio, diacono romano, avrebbe dato luogo ad una apparizione in sua presenza nelle terme di Agnano, nei dintorni di Napoli, venendo liberata dalle pene del Purgatorio per effetto delle sue preghiere. Il secondo riguarda invece il momento della sua morte, avvenuta il 30 ottobre del 541, quando San Benedetto, a Montecassino, ebbe una visione della sua anima trasportata da un gruppo di angeli verso il cielo, ricevendo subito dopo conferma della morte di San Germano.Gli ultimi anni della sua esistenza, furono caratterizzati da vita ascetica, in continuità con la scelta compiuta in gioventù e una volta deceduto, la sua salma fu seppellita dai concittadini nella Chiesa di Santo Stefano, edificata in precedenza dall’imperatore Costantino. Nel corso dell’866, l’imperatore Ludovico II, in visita in Italia, decise di soggiornare per un anno a Capua e una volta ripartito di portare con sé il corpo. Passando a Eulogimenopoli, la città che era stata fondata ai piedi di Montecassino dall’abate Bertario, decise di lasciare alcune reliquie di Germano che divennero oggetto di incessante venerazione, tanto da spingere al mutamento del nome del centro in San Germano.
Il nome sarebbe rimasto sino al 1863, quando venne adottato quello di Cassino, come era nota nell’antichità la città. Anche Piacenza fu oggetto di un lascito in tal senso con le reliquie sistemate nella chiesa di San Sisto. Quando Cassino rimase priva di reliquie del santo, causato dal trafugamento da parte dei francesi, alla fine del diciottesimo secolo, del dito, ultima testimonianza rimasta, l’abate Frisari chiese ed ottenne proprio dalla città emiliana alcuni degli oggetti donati da Ludovico II.
Il culto per San Germano, è ancora molto presente a Capua, Cassino e nelle zone limitrofe, con alcune parrocchie che lo onorano come santo titolare. La celebrazione della sua festa avviene nell’Abbazia di Montecassino e in particolare a Cassino, di cui è patrono speciale. Va infine ricordato che molte delle opere d’arte in cui era raffigurato, sono purtroppo state distrutte con le reliquie durante il bombardamento della chiesa di Cassino, avvenuto nel 1944, durante l’ultima parte della Seconda Guerra Mondiale.