“In quegli istanti drammatici l’unico pensiero che ti viene in mente è che devi salvare il maggior numero di vite possibili. Noi uomini della Guardia di Finanza siamo abituati a operare in contesti difficili, ma le assicuro che una tragedia di queste proporzioni non l’avevo mai vista con i miei occhi”. Il maggiore Leonardo Ricci, maggiore della Guardia di Finanza, si trova a Lampedusa e non ha chiuso occhio da mercoledì pomeriggio. Da quando cioè un barcone di immigrati carico di 500 persone ha sviluppato un incendio mentre si trovava al largo dell’Isola dei Conigli vicino a Lampedusa e si è rovesciato per il panico che si è scatenato a bordo. Il maggiore Ricci si è trovato di fronte a cadaveri che galleggiavano in superficie e a superstiti che chiedevano aiuto. Tra loro anche una donna incinta, che si è salvata grazie a un uomo delle Fiamme Gialle che si è tuffato in mare.



Maggiore Ricci, ci racconti che cosa hanno fatto e visto gli uomini delle Fiamme Gialle intervenuti a Lampedusa?

La notte tra mercoledì e giovedì ci sono stati due salvataggi: intorno alle 23 di mercoledì abbiamo salvato 180 persone e intorno alle 4 di giovedì altre 250. Intorno alle 7 di mattina di giovedì c’è stato un nuovo allarme. Il nostro guardacoste è uscito nuovamente e ha incominciato a raccogliere il maggior numero di persone possibili. Mentre parliamo (le 19 di giovedì, Ndr) il guardacoste è ancora al largo per aiutare i soccorsi. I subacquei in questo momento sono al lavoro perché è stato individuato un barcone a 46 metri di profondità. Stanno quindi lavorando per estrarre le persone rimaste intrappolate nel relitto naufragato.



Da quante ore non dormite?

Da mercoledì pomeriggio non abbiamo chiuso occhio, e anche giovedì notte continueremo a lavorare fino all’alba.

Che cosa vi ha colpiti di più mentre operavate?

La situazione era drammatica. Appena siamo arrivati il mare era pieno di cadaveri che galleggiavano in superficie e di persone che chiedevano aiuto. Sono scene forti che non si dimenticano facilmente.

 

I vostri uomini sono abituati a operare in situazioni così difficili?

I nostri uomini sono abituati a operare in situazioni drammatiche e difficili, ma una tragedia di queste proporzioni non l’avevamo mai vista con i nostri occhi.



 

A che cosa pensavate mentre operavate al largo di Lampedusa?

A salvare più vite umane possibili e a recuperare il maggior numero di dispersi.

 

Quante persone sono state salvate dai soccorritori?

In totale sono state salvate più di 150 persone, mentre i cadaveri recuperati sono stati in tutto 104.

 

Avete trovato donne e bambini tra i naufraghi?

Esattamente. Mentre operavamo ci siamo trovati di fronte a una donna incinta, uno dei nostri uomini si è tuffano in mare ed è riuscito a salvarla proprio pochi istanti prima che annegasse.

 

Quanto andranno avanti ancora le operazioni?

Tutta la notte e venerdì per tutto il tempo necessario a recuperare il barcone e le persone che sono ancora intrappolate al suo interno. Il buio ostacola le vostre operazioni? E’ più difficile ma c’è l’illuminazione artificiale, e quindi anche se la situazione si complica continuiamo a lavorare 24 ore su 24.

 

Come sono le condizioni del mare e del vento?

Il vento c’è e il mare è abbastanza mosso. Sicuramente le condizioni non sono le migliori per questo tipo di attività, però si lavora.

 

Qual è la vostra ricostruzione della dinamica del naufragio?

Secondo la prima ricostruzione si è sviluppato un incendio a bordo, le persone sono tutte corse da un lato e il barcone si è capovolto. Questa però è una prima ipotesi che dovrà essere accertata.

 

Quante persone disperse ci sono ancora in questo momento?

Non si può dare un dato esatto perché non c’è un dato esatto relativo a quanti si trovavano a bordo al momento del naufragio. Si parla di un numero compreso tra 50 e 100 persone.

 

(Pietro Vernizzi)