La Corte d’Assise d’Appello di Firenze ha affidato a due ufficiali dei carabinieri del Ris di Roma la perizia sulla traccia di Dna rilevata sul coltello sequestrato in casa di Raffaele Sollecito, non ancora analizzata. Per l’accusa si tratta proprio dell’arma del delitto. Nell’ordinanza si chiede ai periti di esprimersi “sull’attribuzione della traccia, se sia riconducibile a Meredith o a Rudy Guede”. Raffaele Sollecito, come riferito dal suo avvocato, parlerà in aula per una dichiarazione spontanea, mentrre Amanda Knox ha fatto sapere che non si presenterà, rimanendo nella sua Seattle. Rudy Guede, al momento, è l’unico condannato (a 16 anni) per l’assassinio della studentessa inglese. La richiesta della nuova perizia da parte della Corte, come ha detto il suo presidente Alessandro Nencini, è scaturita dalla volontà di rinvenire il Dna di Meredith o di Rudy Gede sul coltello incriminato, al fine di capire con certezza se vi siano o meno profili genetici. L’eventuale esame dei risultati, che dovranno essere depositati in cancelleria entro il 31 ottobre, si svolgerà nella prossima udienza prevista per il 6 novembre; nell’occasione, durante il dibattito processuale, si terrà l’esame dei periti e dei consulenti di parte. Solo in un secondo momento comincerà la relazione del procuratore generale e la discussione della causa. Queste le parole dell’avvocato difensore della famiglia, Francesco Maresca, “non penso che la perizia possa spostare le cose. C’è già tutto agli atti e la Corte penso che possa avere gli elementi per un giudizio sereno ed equilibrato”. Giulia Bongiorno, legale di Raffaele Sollecito, ha dichiarato: “Raffaele verrà in aula anche perché è interessato in prima persona anche a fare delle dichiarazioni spontane”, osservando che se anche si dovessero trovare delle tracce sul coletto, “emergerebbe che certamente non sono di Raffaele Sollecito e vedremo se sono di Rudy Guede. Ma è importante questo accertamento di carattere scientifico. Noi siamo stati i primi a richiedere qualsiasi accertamento di carattere scientifico in questo processo”. L’avvocato Luciano Ghirga, difensore di Amanda Knox, prosegue sulla falsariga della collega: “Samo assolutamente tranquilli sull’esito della perizia del reperto e sappiamo già dagli atti che su tutta la lama del coltello non ci sono tracce organiche ma, pare, solo amido”. A chi gli domanda come mai la Knox non prenderà parte all’audizione, risponde così: “Amanda segue il processo con molta attenzione, ci siamo sentiti attraverso un messaggio prima, ha chiesto un parere sulle ordinanze, con l’attenzione dovuta ad un fatto per cui la sua vita è drammaticamente cambiata”. E conclude: “le fesserie dette sul fatto che Amanda non torna in Italia perché è colpevole noi le respingiamo. Sta vivendo un dramma personale”.