Prosegue la visita pastorale di Papa Francesco ad Assisi. Al termine dell’incontro al Vescovado, il Pontefice si è recato nella vicina Chiesa di Santa Maria Maggiore, per poi spostarsi presso la Basilica superiore di San Francesco dove, ad attenderlo, c’era anche il presidente del Consiglio Enrico Letta. Dopo aver salutato i tanti fedeli presenti e aver parlato col premier, Papa Francesco si è recato nella Cripta per la venerazione della tomba di San Francesco. Pochi minuti dopo è iniziata la Messa in Piazza San Francesco: “Pace e bene a tutti – ha iniziato a dire – Con questo saluto francescano vi ringrazio per essere venuti qui, in questa Piazza, carica di storia e di fede, a pregare insieme”. In tutta la vita di Francesco, ha spiegato il Pontefice, “l’amore per i poveri e l’imitazione di Cristo povero sono due elementi uniti in modo inscindibile, le due facce di una stessa medaglia”. Poi si è chiesto: “Che cosa testimonia san Francesco a noi, oggi? Che cosa ci dice, non con le parole ma con la vita?. “La prima cosa che ci dice”, ha proseguito Papa Francesco, “la realtà fondamentale che ci testimonia è questa: essere cristiani è un rapporto vitale con la Persona di Gesù, è rivestirsi di Lui, è assimilazione a Lui. Da dove parte il cammino di Francesco verso Cristo? Parte dallo sguardo di Gesù sulla croce. Lasciarsi guardare da Lui nel momento in cui dona la vita per noi e ci attira a Lui”.
Il Papa ha quindi aggiunto che Francesco “ha fatto questa esperienza in modo particolare nella chiesetta di san Damiano, pregando davanti al crocifisso, che anch’io oggi potrò venerare. In quel crocifisso Gesù non appare morto, ma vivo. Il sangue scende dalle ferite delle mani, dei piedi e del costato, ma quel sangue esprime vita. Gesù non ha gli occhi chiusi, ma aperti, spalancati: uno sguardo che parla al cuore. E il Crocifisso non ci parla di sconfitta, di fallimento; paradossalmente ci parla di una morte che è vita, che genera vita, perché ci parla di amore, perché è l’Amore di Dio incarnato, e l’Amore non muore, anzi, sconfigge il male e la morte”. Il Pontefice poi afferma: “La pace francescana non è un sentimento sdolcinato. Questo san Francesco non esiste! E neppure è una specie di armonia panteistica con le energie del cosmo, anche questo non è francescano! La pace di san Francesco è quella di Cristo, e la trova chi ‘prende su di sé’ il suo ‘giogo’, cioè il suo comandamento: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. E questo giogo non si può portare con arroganza, con presunzione, con superbia, ma solo si può portare con mitezza e umiltà di cuore”.