Ciò che è accaduto a Lampedusa è “una vergogna, attorno a decisioni che devono essere assunte perché non si ripetano più eventi drammatici come accaduto ieri a Lampedusa”. Così il premier Enrico Letta durante il suo intervento all’università di Siena al convegno anglo-italiano “di Pontignano”. Si tratta di un dramma, ha poi aggiunto, “al quale abbiamo voluto dedicare la massima partecipazione nazionale, qual è quella della giornata di lutto nazionale italiano. E questa partecipazione per noi vuol dire anche una riflessione attorno, come ha detto papa Francesco, a una vergogna”.



Il Quirinale fa sapere in una nota che “il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha raggiunto stamattina telefonicamente a Lampedusa il ministro Alfano esprimendogli il suo apprezzamento per l’impegno che sta dispiegando sulla questione posta in tragica evidenza da quanto accaduto in mare davanti all’isola e sull’esigenza di politiche specificamente rivolte al fenomeno dei profughi e richiedenti asilo non regolate da alcuna legge italiana”. Il Capo dello Stato, si legge ancora, “ha preso atto della preparazione da parte del ministro Alfano di proposte da sottoporre per quel che riguarda l’impegno europeo alla riunione del Consiglio dei Ministri degli Interni e della Giustizia dell’Unione”.



La legge Bossi-Fini, cioè l’attuale normativa in materia di immigrazione, “va rivista anche alla luce di questi eventi”. Lo ha detto il presidente del Senato, Pietro Grasso, ai microfoni di “Baobab” su Radiouno, aggiungendo che va soprattutto attuato “un temperamento della legge per evitare, ad esempio e come sembra, che qualcuno per non incappare nel reato di favoreggiamento nello sbarco di clandestini possa evitare di dare soccorso a persone che stanno per morire. Mi pare essenziale, bisogna provvedere soprattutto a questo”.

“L’Europa non è assente, dirlo e pensarlo è una miopia italiana frutto di politici locali che non sono in grado di dare risposte tempestive al problema e allora dicono che l’Europa non fa nulla”. Lo dice Michele Cercone, portavoce della commissaria europea agli Affari Interni Cecilia Malmstrom, intervenuto ai microfoni di Radio24. “Indubbiamente – ha aggiunto Cercone- i flussi migratori e le richieste d’asilo sono un problema europeo che, in quanto tale, deve trovare una risposta europea e la Ue, su questo, è già impegnata da anni. Purtroppo però ogni Paese ha voluto mantenere la propria sovranità in materia di asilo e immigrazione e la frammentazione legislativa non aiuta”. Nelle ultime ore qualcuno si è anche lamentato dell’eccessivo costo di Frontex, l’Agenzia europea di pattugliamento delle frontiere: “L’Unione europea attraverso Frontex che assiste 27 Stati membri spende più di 40 milioni di euro – ha replicato Cercone – ma grazie a Frontex sono state salvate migliaia di vite. Si può fare di più, non c è dubbio, davanti a tragedie come quella di Lampedusa siamo tutti colpevoli ma la Ue con Frontex fa già moltissimo”.



Il ministro degli interni Alfano è intervenuto in Parlamento per relazionare riguardo alla tragedia di Lampedusa, da lui definita “un fenomeno immanente e non più una emergenza.  Ha fatto anche dei numeri il più precisi possibili ancorché il bilancio definitivo sia ancora lontano: forse più di 400 persone sul barcone affondato, 155 le persone salvate e 111 le vittime accertate al momento. Si teme che nella stiva del peschereccio ci siano molti morti, dove vengono sistemate le persone che hanno pochi soldi per pagarsi il viaggio, ha detto. “Non vi è alcuna ragione per pensare che quanto accaduto ieri a Lampedusa sia l’ultima volta” ha poi detto aggiungendo che bisogna unirsi al grido del papa, vergogna, un sentimento che ritiene essere collettivo. Intanto sembra accertato che lo scafista sia un libico, i maggiori responsabili di questi viaggi omicidi. 

In questi minuti, il vicepremier Angelino Alfano sta riferendo alla Camera sul tragico naufragio di Lampedusa. Di seguito la diretta streaming da Montecitorio.

Con un tweet, il giornalista della Zeit Online Till Schwarze ha riportato una mappa che fa una stima di quante persone sono rimaste vittime della tratta degli esseri umani dal 1993 al 2012. Il numero dei migranti deceduti lungo le rotte dalle coste africane ha seguito un crescendo raggiungendo un picco nel 207 e nel 2011, per un totale annuo che si aggira sulle 2000 unità. Il tweet riporta anche una stima dei morti in base alle località dalle quali partivano i noti barconi. Il triste primato appartiene alla rotta Libia-Lampedusa-Sicilia con un numero che si aggira attorno ai 6000 morti; a seguire il tragitto Mauritania (o Senegal)-Isole Canarie e poi Marocco (dalle città spagnole in territorio africano Ceuta o Melilla)-Stretto di Gibilterra-Spagna, che fa registrare circa 2500 persone decedute.

E’ stata proclamata una giornata di lutto nazionale oggi e un minuto di silenzio nelle scuole in seguito al terribile  incidente al largo delle coste di Lampedusa avvenuto ieri mattina. Il numero dei morti è ancora provvisorio, sarebbero al momento un centinaio, mentre si continuano a cercare possibili dispersi. Come si sa, il barcone affondato portava circa 500 persone. Il presidente della Camera Laura Boldrini ha annunciato che oggi si recherà a Lampedusa: “Raccogliendo l’invito della Sindaca Nicolini, che ancora una volta ringrazio per la straordinaria umanità e passione civile con cui svolge il suo ruolo, oggi andrò a Lampedusa per portare ai sopravvissuti e agli abitanti dell’isola la solidarietà mia e della Camera dei Deputati”, ha detto. Intanto, per consentire il ricovero dei sopravvissuti all’incidente, i migranti che attualmente si trovano nel centro di prima accoglienza dell’isola, circa mille, verranno trasferiti altrove. Circa cento di loro sono già stati trasferiti. La capienza del centro è in tutto di 300 posti. Il ministro degli interni Alfano ha intanto chiesto tramite un post su Twitter che si sospengano le polemiche relative alla legge Bossi-Fini sull’immigrazione almeno fino a quando non verranno finite le operazioni di recupero. A riguardo, il vescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro, arrivato al comune di Lampedusa per incontrare il sindaco Giusi Nicolini e il presidente della Regione Rosario Crocetta, ha detto che “è necessario prendere coscienza che qualcosa va cambiata”, anche perché “non possiamo passare il tempo a contare morti”. “Secondo me qualcosa della Bossi-Fini va cambiata”, ha poi aggiunto, “bisogna tener conto che questi uomini hanno tutto il diritto di avere una vita uguale alla nostra, e se loro fanno questi viaggi è perché vogliono stare meglio. Ecco perché, anche sull’esperienza dei nostri migranti, dobbiamo aprire i cuori all’accoglienza”. Il giornalista Giuseppe Di Fazio, intervenuto di recente su queste colonne, ha scritto che ci sono dei “mercanti di morte che impunemente solcano il Mediterraneo vendendo sogni di libertà a caro prezzo a ignari migranti. E ci sono Paesi Ue che si limitano a chiudere le frontiere per non avere il fastidio di dover badare a poveracci che scappano dalla fame o dalla guerra”. Fermare questi flussi clandestini, spiega Di Fazio, “come ieri ha chiesto autorevolmente il capo dello Stato, e aprire le porte dell’Europa ai bisognosi, sono due scelte non più prorogabili”. IlSussidiario.net ha contattato anche il maggiore Leonardo Ricci, maggiore della Guardia di Finanza, impegnato nei soccorsi a Lampedusa: “In quegli istanti drammatici l’unico pensiero che ti viene in mente è che devi salvare il maggior numero di vite possibili. Noi uomini della Guardia di Finanza siamo abituati a operare in contesti difficili, ma le assicuro che una tragedia di queste proporzioni non l’avevo mai vista con i miei occhi”.