Oggi, 5 ottobre, festeggiamo San Placido, monaco Benedettino. San Placido, assieme a San Mauro, è uno dei seguaci di San Benedetto da Norcia più conosciuti e venerati dalla cristianità. La vita di questo santo si colloca nel IV secolo ma sappiamo ben poco o meglio quasi nulla sulla sua nascita e le sue origini. Tra l’altro viene spesso confuso con San Placido Martire, nato a Messina e ucciso sotto Diocleziano. Difatti esiste una fantasiosa opera, redatta nell’XI secolo, dal monaco Pietro Diacono che confuse la storia dei due santi riportando il martirio di un monaco benedettino e altri confratelli per mano dei Saraceni a Messina. L’opera in questione è intitolata “La Passio S. Placidi”. Per le numerose incongruenze gli storici considerano l’opera inattendibile. Per questo motivo le due personalità verranno spesso confuse e identificate come un’unica persona. È certo che San Placido Monaco venne affidato a San Benedetto in fanciullezza già da Subiaco (Lazio) e che era più giovane di San Mauro. Proprio per la sua tenera età è da sempre considerato il Patrono protettore dei novizi benedettini. Sappiamo che entrambi i due discepoli furono molto cari all’Abate San Benedetto che li istruì alla professione religiosa con amore e dedizione. L’indole di Placido era soprattutto celebre tra i suoi confratelli per la sua mitezza e la sua mansuetudine e forse, non a caso, l’etimologia del nome Placido rivela proprio queste qualità in chi porta questo nome. L’agiografia riporta un evento miracoloso che vede questo santo protagonista. Nei “Dialoghi di Papa Gregorio Magno” viene narrato che un giorno Placido si recò al lago vicino per attingere dell’acqua. Placido cadde accidentalmente nelle acque del lago e fu trascinato lontano dalla riva da una forte corrente. San Benedetto, che in quel momento era nella sua cella, ebbe la visione di ciò che stava accadendo al suo caro discepolo e chiamò immediatamente Mauro per mandarlo in soccorso del confratello. Mauro obbedì senza esitazioni precipitandosi sulle rive del lago dove camminò sulle acque fino ad afferrare Placido per portarlo in salvo sulla terra asciutta. Solo dopo aver salvato il suo confratello si rese conto del miracolo che lo aveva coinvolto. Quando i due discepoli tornarono da San Benedetto raccontarono il prodigio di Mauro. San Benedetto lo attribuì all’obbedienza di Mauro mentre lo stesso lo attribuiva alle doti del suo maestro. A risolvere la questione fu lo stesso Placido che spiegò loro che mentre veniva tratto in salvo vide sul suo capo il mantello di San Benedetto al punto che pensò che fosse lui a trascinarlo a riva. 



Questo episodio è l’unica fonte storica che abbiamo di questo santo mentre tutto il resto della sua vita rimane avvolta nel mistero. Dopo la sua morte venne venerato come confessore per tutto il periodo del Medioevo per poi essere venerato come martire dall’XI secolo in poi.Le reliquie a lui attribuite sono conservate nella Chiesa di San Giovanni di Malta a Messina, mentre altre reliquie sono custodite a Poggio Imperiale (FG), a Castel di Lucio (ME), a Biancavilla (CT) e a Ceriana (IM). Tra gli altri comuni è anche patrono di Messina. La festa di San Placido è molto sentita in questi comuni che organizzano ogni anno solenni processioni, spettacoli e fuochi pirotecnici.

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