Francesco ha una bottega a Porto San Giorgio, nel Fermano. E l’ha chiamata la Bottega di Francesco. Ci sono stato in questo weekend di effervescenza marchigiana e mi ha sorpreso vedere la sua vitalità, la sua selezione meditata, sia di prodotti locali, sia di quelli del mio Golosario. Mentre eravamo a chiacchierare di storie e di personaggi che stanno dietro a quei prodotti, una signora ha chiesto (e preteso) che fosse lui a tagliargli il prosciutto a coltello. Al che Francesco si è distaccato ed ha servito la signora. Che lo guardava con un piglio tra il severo e il soddisfatto. Ecco, in quel momento ho capito perchè, caro Renato Borghi, vicepresidente di Confcommercio, le botteghe non moriranno mai. A patto che dietro al banco ci sia un Francesco professionale, rassicurante e davanti una signora che non cerca solo un buon prodotto, ma anche lo spettacolo di una manualità e di un servizio.
Nel prossimo weekend, dal 16 al 18 novembre, a Milano, si celebra Golosaria (www.golosaria.it), che è l’evento annuale dedicato al mio libro, Il Golosario, dove ho il piacere di mostrare a 25 mila persone non solo le mille pagine di un libro di selezioni, ma anche i volti di questi professionisti romantici. Al Superstudio Più di via Tortona saranno 250. E molti di essi sono giovani come Francesco, alle prese con la loro prima uscita pubblica. Con quelli che premieremo sul palco domenica, saranno 500 i volti di Golosaria, che gireranno in un festival di eventi, assaggi, spettacoli, incontri.
A vedere il programma anche a me sovviene la sorpresa: ma come abbiamo fatto a mettere insieme tutto questo? Eppure il gusto ha un’ascesa inarrestabile. E’ l’Italia. L’Italia di quello che ha la bottega con lo stoccafisso o di quello che, appena terminata l’università, s’è messo con tre amici a coltivare zafferano in Brianza. Chi alleva gli storioni e fa il caviale e chi la birra artigianale. Perchè dunque faccio Golosaria? Per questo: per mettere su un piedistallo, insieme al mio collega Marco Gatti, quel mondo che scopriamo durante un anno di ricerche. Ed è la faccia buona dell’Expo 2015, di quell’Italia che non ha capacità di comunicazione e promozione, ma ogni giorno alza la saracinesca con una convinzione: l’agricoltura e l’artigianato che ne deriva è una risorsa del Paese. Poi Golosaria è anche un laboratorio di idee e quest’anno ciò che porteremo sarà davvero clamoroso.
Parleremo infatti di salute nel piatto, con tante accezioni: dalla scommessa di un imprenditore di Bergamo e di un medico pugliese che ogni giorno racconteranno come cucinando ci si fa del bene, all’acqua più leggera d’Europa, anche in cucina. E poi la pizza 180, ovvero la pallina dalla grammatura ideale per mangiare entro le 600 calorie come facevano 200 anni fa a Napoli con la pizza a libretto. E sarà una pizza senza glutine e senza lieviti.
Altro argomento forte sarà poi il futuro dei negozi, ma anche dei piccoli produttori. Lunedì infatti si parlerà del mondo multitasking che significa sia i locali che sono diventati luoghi di incontro e di ristoro (macellerie, panetterie, latterie), sia di siti che agevoleranno la vendita on line: da quello del negozio sotto casa (Tacatì) a quello della fiera, come Artigiano in Fiera, che lancerà in anteprima la sua piattaforma intrigante denominata Make Hand Buy. Insomma, avremo il presente e il futuro, dentro quella cosa rassicurante che è il cibo, ma anche il vino (che si potrà votare in diretta, con l’app WineNot). Questa e molto altro ancora è Golosaria: un anno vissuto intensamente e poi portato tutto insieme per tre giorni, a Milano. Siete tutti invitati!