Il 12 novembre si ricorda San Diego di Alcalà, uno dei santi più venerati dalle popolazioni di lingua spagnola, tanto che il suo nome è tra i più comuni sia in America Latina che in Spagna ed è stato posto anche a numerose località, fiumi, canali e baie, basti ricordare San Diego in California, un tempo territorio messicano. Diego nacque probabilmente agli inizi del 1400 a San Nicola del Puerto, una località dell’Andalusia poco lontana a Siviglia, ma nulla si sa della sua famiglia e della sua infanzia. Come nome di battesimo gli fu imposto il nome di Jago (Giacomo), ma per una deformazione popolare della pronuncia venne sempre chiamato Diego. La sua fede, fin dalla giovane età, lo indirizzò verso una vita di preghiera, meditazione e povertà e lasciò perciò i genitori per andare a vivere in un eremo dedicato a San Nicolò, poco lontano dal suo villaggio. Qui, insieme a un sacerdote anziano che lo istruì, coltivava la terra, fabbricava piccoli oggetti e ogni tanto scendeva nei villaggi per fare la questua.A circa trent’anni, Diego decise di prendere i voti, abbandonò così l’eremo per entrare nel convento francescano di Arrizafa, nei pressi di Cordoba. La sua fede e la sua estrema carità convinsero i suoi superiori ad affidargli la guida di un gruppo di missionari diretti alle Canarie e così nel 1441 egli giunse nell’arcipelago, che ancora non era divenuto ufficialmente colonia spagnola. Diego non solo si prodigò per diffondere la parola del Vangelo tra gli indigeni sradicando antiche superstizioni, ma si oppose strenuamente contro il loro sfruttamento da parte dei colonizzatori. Era insomma un frate scomodo che spesso veniva minacciato, ma egli andava dicendo di non avere nessuna paura perché “possono uccidere il corpo e non l’anima”.



Nel 1449 venne richiamato in Spagna e l’anno seguente si recò come pellegrino a Roma in occasione del Giubileo durante il quale veniva canonizzato il francescano San Bernardino da Siena. Ma quell’anno la peste giunse in Italia e, mentre i pellegrini fuggivano, fecero lo stesso anche gli alti prelati e lo stesso papa Nicolò V che si rifugiò nelle Marche. Diego però non abbandonò la città, anzi cercò di organizzare l’assistenza alla popolazione preoccupandosi della distribuzione di viveri e curando gli appestati che venivano accolti nel suo convento dell’Aracoeli. Si narra che, nonostante la carestia che imperversava, egli riuscisse a raccogliere sempre elemosine in abbondanza e i suoi ammalati non ebbero mai a soffrire la fame, anzi con parte del denaro donato fece costruire una cisterna all’interno del convento, cisterna ancora oggi denominata di San Diego.Terminata l’epidemia fece ritorno in Spagna e chiese ai superiori di poter trascorrere il resto dei suoi anni in penitenza e contemplazione, la sua fama di prodigare miracoli infatti si andava diffondendo ed egli voleva trascorrere l’ultimo periodo della sua vita a pregare Dio. Per cinque anni visse nel tranquillo chiostro di Saliceto, poi venne chiamato nuovamente ad agire. Il convento di Alcalà de Henares era appena stato terminato e c’era bisogno di una personalità che fungesse da esempio ai giovani frati e così nel 1456 entrò in quel nuovo monastero dove sarebbe morto nel 1463.



In quegli anni la sua fama di sant’uomo in grado di compiere miracoli si diffuse. Si narra che bastasse un suo segno della croce perché gli ammalati che a lui si rivolgevano guarissero, ma non smise mai neppure di assistere gli indigenti e, in quanto fornaio, si preoccupava di distribuire grandi quantità di pane ai più poveri. Per questa sua abitudine veniva spesso rimproverato perché privava di cibo il convento. Un giorno un suo superiore lo vide mentre reggeva nella sua tonaca una grande mole di pane e quando gli chiese di mostragli cosa celava così gelosamente avvenne il miracolo delle rose: tutto quel pane si era trasformato in profumati boccioli. Da allora l’iconografia rappresenta San Diego con delle rose. Il santo morì il 12 novembre 1463 e venne canonizzato nel 1588.



San Diego è il protettore di Canicattì, cittadina siciliana dove la presenza di un convento francescano diffuse la fama del santo francescano, ma fu nel 1693, quando un terribile terremoto colpì l’intera area che il fervore aumentò. Canicattì, nonostante le numerose scosse, fu risparmiata dalla distruzione che aveva provocato un altissimo numero di vittime nei paesi vicini.