Una settimana prima di morire, Stefano Cucchi “faticava a camminare” e aveva il volto “estremamente arrossato e gonfio, come recante delle tumefazioni”. Lo racconta un avvocato di Roma che, secondo quanto riporta oggi l’Huffington Post, vide il ragazzo il 16 ottobre 2009 a piazzale Clodio, poco prima dell’udienza di convalida dell’arresto. Cucchi morirà il 22 ottobre in carcere. Secondo la testimonianza, che verrà utilizzata nel processo di appello, “era come se sotto gli occhi avesse quelle che in gergo comune sono individuate come ‘borse’ gonfie e di un colore tendente al violaceo. Aveva un’aria di sicuro molto provata”. Cucchi “si dirigeva abbastanza lentamente verso l’aula di udienza” e “mostrava difficoltà nel camminare – racconta ancora l’avvocato – Me ne rendevo conto soprattutto una volta che lo stesso mi aveva superato e dunque osservandolo da dietro: il ragazzo infatti appariva come irrigidito nella coordinazione della deambulazione e se non ricordo male, non sollevava del tutto i piedi da terra ma sembrava trascinarli in avanti ad ogni passo”. L’Huffington Post riporta anche il commento a questa nuova testimonianza della sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, la quale si domanda “come in uno stato democratico un pm o un gip possano mandare in carcere una persona in queste condizioni. Se avessero disposto un ricovero non saremmo arrivati alla morte di Stefano. Purtroppo siamo in uno stato in cui gli ultimi subiscono dei processi fatti col ciclostile e in cui alcuni magistrati non alzano nemmeno la testa per vedere come sta chi gli è davanti”.



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