Papa Francesco “sta facendo innervosire la mafia finanziaria” e “se i boss potessero fargli uno sgambetto, non esiterebbero. Di certo ci stanno già riflettendo”. A dirlo, in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, è il magistrato Nicola Gratteri, attuale Procuratore aggiunto a Reggio Calabria. “Questo Papa è sulla strada giusta – ha spiegato -. Ha da subito lanciato segnali importanti: indossa il crocifisso in ferro, rema contro il lusso. È coerente, credibile. E punta a fare pulizia totale”. E alla mafia questo comportamento non piace: “Quella finanziaria è preoccupata”, ha aggiunto Gratteri, sottolineando che “chi finora s’è nutrito del potere e della ricchezza che derivano direttamente dalla Chiesa, è nervoso, agitato. Bergoglio sta smontando centri di potere economico in Vaticano”. Secondo il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, ormai “i padrini con la coppola non esistono più” perché “sono morti oppure sono in carcere”. Oggi, invece, il mafioso “investe, ricicla denaro e dunque ha il potere vero”, ed è “proprio quello che per anni si è nutrito delle connivenze con la Chiesa. Sono questi i soggetti che si stanno innervosendo”. Quanto rischia effettivamente Papa Francesco? “Non so se la criminalità organizzata sia nella condizione di fare qualcosa – ha detto il magistrato – ma di certo ci sta riflettendo. Può essere pericoloso”.



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