In questo giorno la Chiesa cattolica commemora vari santi e sante, tra i quali: San Brizio, vescovo di Tours; Sant’Eugenio, vescovo di Toledo; San Niccolò I, papa; il beato Warmondo; Sant’Abbone; Sant’Omobono di Cremona; sant’Agostina Pietrantoni; San Donato, abate di Montevergine; la beata Maria Teresa di Gesù (Maria Scrilli); san Quinziano, vescovo; sant’Eulogio di Ivrea, vescovo. Verranno descritte la vita e le vicende spirituali di sant’Omobono di Cremona. Omobono Tucenghi nacque a Cremona intorno alla metà del XII secolo. Non apparteneva a una famiglia ricca o nobile, ma seppe, attraverso il lavoro e le sue capacità finanziarie e commerciali, divenire un membro autorevole della società cremonese. Dopo essersi sposato, riuscì insieme alla moglie ad accumulare ingenti somme grazie al commercio dei tessuti, in particolare, quelli in lana: a quel tempo, Cremona era uno dei centri più importanti per la produzione e il commercio della lana. Nonostante il successo negli affari, non fu mai avido e non fu mai schiavo del denaro, anzi, utilizzava le ricchezze accumulate per aiutare i poveri e gli infermi, nobilitando, così, il fine della sua instancabile attività commerciale.



La sua concezione del denaro, quindi, era lontana da ogni prospettiva di accumulo fine a se stesso e funzionale al messaggio cristiano, improntato alla carità e al sostegno dei deboli. Inoltre, in un’epoca inquieta e caratterizzata dal conflitto tra Impero e Comuni, con Cremona dalla parte dell’imperatore, il mercante seppe svolgere, grazie all’autorità e al prestigio acquisiti, un prezioso ruolo di mediazione, garantendo alla città una certa tranquillità. Nonostante la vita felice con l’amata moglie, non ebbe mai figli.



Il 13 novembre 1197 si spense a Cremona. La sua morte avvenne in circostanze particolari; infatti, si trovava a messa e all’improvviso cadde a terra senza vita, mentre nella chiesa s’intonava il Gloria. Il suo corpo venne sepolto nella cattedrale di Cremona. Subito dopo la morte del mercante, che già in vita era considerato uomo di grande nobiltà spirituale, si diffuse la devozione popolare nei suoi confronti. 

Incominciarono a diffondersi, inoltre, le notizie di miracoli e guarigioni prodigiose, attribuiti all’intercessione di Omobono. Alla luce di ciò, il pontefice Innocenzo III, su invito del vescovo Sicardo e della popolazione cremonese, decise di canonizzare il mercante con la bolla Quia pietas: era il 13 gennaio 1199 e Omobono fu il primo laico a ottenere la canonizzazione. Per la grande devozione di cui era oggetto, nel 1643 venne proclamato patrono di Cremona. Oltre a essere patrono della città Lombarda, Omobono è considerato protettore dei mercanti e dei sarti.