Tra i santi che vengono celebrati nella giornata del 14 novembre, un posto di riguardo spetta senz’altro a San Lorenzo O’Toole, che fu in vita Arcivescovo di Dublino, ruolo nel quale cercò di promuovere la disciplina all’interno della Chiesa e di riportare la concordia nella nobiltà del tempo, spesso divisa da rancori di vecchia data. Nacque a Castledermot, una località della contea di Kildare, nell’anno 1128. Il suo nome era Lorcan Ua Tuathail, ed era figlio uno dei capi del clan dei Murray, Murtagh. Non volle però seguire le orme del padre, decidendo al contrario di dedicarsi alla vita monastica, entrando all’età di soli dodici anni nella scuola di Glendalough. La stessa che quattordici anni dopo lo avrebbe eletto abate, quando aveva venticinque anni.  Ricoprì il ruolo per otto anni, tra il 1154 e il 1162, distinguendosi in modo particolare per la sua profonda devozione verso la riforma. Inoltre, dette un fondamentale contributo alla fondazione dell’abbazia cistercense di Baltinglass e alla costruzione di una casa destinata ai Canonici Agostiniani, nella località di Ferns. Il suo abbaziato terminò quando fu eletto arcivescovo a Dublino, compito che gli permise di mettere mano al processo di riforma della chiesa locale. In questo compito, decise di spendere tutta la sua autorità spingendo per l’imposizione della regola c’i Arrouaise, che divenne consuetudine per tutti i canonici che facevano riferimento alla sua cattedrale. La sua attività pastorale non gli impedì tuttavia di coltivare la santità personale, che usava tenere viva ritirandosi ogni anno per un periodo di quaranta giorni in una grotta a San Kevin. La sua posizione si fece estremamente complicata nel corso del 1169, quando i Normanni invasero l’Irlanda. A chiamarli, infatti, era stato quel Dermott Mac Murrough che oltre ad essere il sovrano del Leinster, era anche suo cognato. A rendere ancora più difficile la sua situazione, contribuì la decisione da parte dello steso Dermott di concedere la figlia Eva, sua nipote, in sposa a colui che aveva capeggiato l’invasione, Strongbow. Quando i Normanni dettero vita al secondo assedio di Dublino, nel corso del 1170, proprio Lorenzo O’Toole venne incaricato di dare luogo ad un negoziato con gli stessi.



Mentre la trattativa era ancora in corso la città venne conquistata dagli invasori. Una volta giunto Enrico II nell’isola, fu convocato un sinodo, nella località di Cashel, a seguito del quale Lorenzo decise di accettare la bolla papale emanata da Adriano II, il papa inglese. La bolla in questione era la Laudabiliter, e in base ad essa Enrico II poteva operare nell’Irlanda occupata. Proprio per effetto di questo provvedimento, Lorenzo O’Toole fu chiamato a fungere in qualità di intermediario tra Enrico II e i signorotti dell’isola, oltre a negoziare la stipula di un trattato tra lo stesso Re d’Inghilterra e Ruaidhri O’Connor, il maggiore tra i sovrani irlandesi. Nel 1173 partì verso Roma, insieme all’arcivescovo di Tuam e ai vescovi di Kildare, Limerick, Lismore e Waterford, con il compito di partecipare al III concilio Lateranense. Nel corso dei mesi primaverili, venne nominato delegato papale in Irlanda per conto di Alessandro III, ottenendo sempre dal Papa due privilegi di grande rilievo, per Glendalough e Dublino.



Tornato in Irlanda nel 1179, quando era ormai settembre inoltrato, provvide a convocare immediatamente un sinodo nella località di Clonfert, riservato alle regioni settentrionali e in particolare alle arcidiocesi di Armagh e Tuam, con il preciso fine di arginare decisamente gli ormai ricorrenti abusi compiuti da laici all’interno delle strutture ecclesiastiche. Un’opera di contrasto che fu testimoniata in particolare dalla destituzione di sette vescovi che avevano ottenuto la funzione per via ereditaria.

Nell’anno successivo Lorenzo decise di recarsi in Inghilterra, facendosi accompagnare dal figlio del sovrano del Connacht in qualità di ostaggio per il padre, in una missione che doveva sfociare in un incontro con Enrico II. Un incontro, tenutosi ad Abington o ad Oxford, che vide la collera del sovrano esprimersi in una condanna all’esilio per Lorenzo, costretto a seguirlo in Normandia, per poi incamminarsi di nuovo verso casa. Un viaggio che non lo vide mai arrivare a destinazione: proprio mentre lo stava effettuando, infatti, morì nella dimora di Eu dei Canonici di San Vittore, ove il suo corpo fu deposto. Era il 14 novembre del 1180.