Giuseppe Guerinoni è senza dubbio il padre biologico dell’assassino di Yara Gambirasio. La nuova conferma è arrivata dagli esami effettuati dall’antropologa forense Cristina Cattaneo sui resti dell’autista di Gorno deceduto nel 1999 a 61 anni: estraendo il Dna da un femore, è stato possibile confrontarlo con la traccia genetica trovata sugli slip della vittima tredicenne, appurando la compatibilità. Il 7 marzo scorso la Procura di Bergamo aveva disposto la riesumazione del cadavere di Guerinoni, affidato agli esperti dell’Università di Roma Tor Vergata per i primi test: già inizialmente, confrontando con il campione genetico a disposizione alcune tracce di saliva dell’uomo ritrovate su un francobollo, era stato possibile confermare le paternità. L’esame più recente, quindi, non fa altro che riaffermare una teoria già ben conosciuta e dimostrata. Come potranno evolvere allora le indagini? Lo abbiamo chiesto al noto psichiatra e criminologo Alessandro Meluzzi.



Come giudica l’esito del nuovo test?

Una prima conferma era già arrivata diversi mesi fa, quindi non si tratta di un dato nuovo. Non credo che la situazione possa cambiare molto, anche perché il figlio di Guerinoni potrebbe tranquillamente non sapere di esserlo. Adesso sappiamo solamente che c’è una persona, ignota e di circa cinquant’anni, che ormai potrebbe essere ovunque. In che modo questo può avvicinarci alla verità?



Non c’è davvero nient’altro?

Il figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni potrebbe essere il figlio di una turista scandinava transitata in Italia tanti anni fa, visto che lui tra l’altro faceva l’autista in zone turistiche. E’ per questo che l’uomo che la polizia sta cercando potrebbe davvero essere chiunque. Le cito solamente un dato.

Quale?

Da una ricerca effettuata in Inghilterra su padri illegittimi e biologici, è emerso che l’11% di coloro che credevano di essere figli di qualcuno in realtà erano figli di qualcun altro. Non è quindi detto che il figlio di Guerinoni sia il figlio di una ragazza madre, ma potrebbe effettivamente essere un cinquantenne che tuttora crede di essere legittimamente figlio di suo padre, senza sapere invece che la madre ha avuto un incontro con Guerinoni mezzo secolo fa. Sono solo ipotesi, ma è per questo che ogni ricerca è destinata a un quasi certo fallimento.



Quello che è certo è che il figlio di Guerinoni, chiunque sia, ha ucciso Yara e ha fatto trovare il suo corpo in quel campo di Chignolo d’Isola…

Certamente, e probabilmente quest’uomo risiede nella zona della Val Brembana. Nonostante ciò, gli indizi trovati fino a questo momento non permettono di accertare niente di più.

Tutto questo cosa dimostra?

Dimostra che nelle indagini la “pesca a strascico” non funziona molto. E’ una tecnica che può offrire spesso risultati suggestivi, ma per passare ai fatti è necessario un colpo di fortuna che in questo momento proprio non si vede.

Come bisognerebbe muoversi adesso?

Quando le indagini non centrano una ricostruzione possibile dei fatti, è difficile dire come le indagini potranno proseguire. Abbiamo visto una prima pista portare al cantiere di Mapello, dove poi è anche tornata grazie ai cani molecolari, poi il taglierino utilizzato dai piastrellisti e i segni lasciati da un furgone bianco. Tutte queste piste si sono ormai esaurite, quindi dubito che si potrà trovare altro di davvero rilevante.

Quando è stato il momento in cui potevamo davvero assistere a una svolta?

Quando sembrava possibile trovare il figlio di Guerinoni tra i lavoratori o tra coloro che avevano a che fare con il cantiere, e in tal senso qualche ipotesi è stata fatta. Tenga però presente che tantissima gente è passata da quel luogo, quindi credo che si tratti di uno scenario ormai irricostruibile.

Quali sono le difficoltà maggiori, arrivati a questo punto?

Quelle legate alla necessità di stringere sempre di più il campo delle ipotesi dopo aver tracciato un quadro di nessi logici tra di loro collegabili. In questo caso specifico è stato scelto di percorrere la strada del Dna, facendo 14mila test e trovando un possibile padre, cioè Guerinoni, ma siamo ancora lontanissimi dalla verità.

Prima o poi sarà possibile arrivarci?

Le dico la mia opinione, anche se vorrei ovviamente sbagliarmi: credo che il colpevole di questo omicidio non si troverà mai.

 

(Claudio Perlini)