Il pontefice ha incontrato oggi in Vaticano i partecipanti all’assemblea della Congregazione delle Chiese cattoliche orientali. Un incontro dove si è sottolineata la difficile situazione dei cristiani in Medio Oriente, sottoposti a violenze e persecuzioni e molti dei quali in fuga dalla regione. Al proposito, il papa ha detto che non è possibile rassegnarsi a un Medio Oriente senza cristiani. Una preghiera sincera e perseverante, ha detto, “renderà la nostra voce mite e ferma, capace di farsi ascoltare anche dai Responsabili delle Nazioni”. Papa Francesco ha anche detto che non si darà pace fino a quando vi saranno uomini e donne di qualsiasi religione “colpiti nella loro dignità, privati del necessario alla sopravvivenza, derubati del futuro, costretti alla condizione di profughi e rifugiati”. Ecco dunque l’appello lanciato insieme ai pastori delle Chiese d’oriente, quello cioè che i cristiani rimangano nella regione dove è nato il cristianesimo, inseriti a pieno titolo nella vita sociale, culturale e religiosa delle nazioni in cui vivono. Il papa oltre ai partecipanti all’incontro della Congregazione per le Chiese orientali, ha incontrato anche i patriarchi e gli arcivescovi dei cattolici orientali. Francesco ha voluto anche regalare un pensiero particolare alla città di Gerusalemme, “dove tutti siamo spiritualmente nati (cfr Sal 87,4). Le auguro ogni consolazione perché possa essere veramente profezia di quella convocazione definitiva, da oriente a occidente, disposta da Dio”.